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PARAPIGLIA A APRILIA: Dalla morte del marocchino ‘targato’ ladro… agli spari al nero

Che cosa hanno in comune Moncalieri e Aprilia? Apparentemente niente di specifico tranne che per il fatto che tutt’e due le cittadine si sono distinte, prima l’una e poi anche l’altra, per essere state a stretto giro, teatri di duplici episodi rincrescenti ai danni di immigrati.
A Moncalieri, dapprima il ferimento della discobola italo-nigeriana Daisy Osuake da parte di tre giovani italiani che gli hanno lanciato un uovo all’occhio. (Daisy! Occhio all’uovo!) Poi poco dopo, una donna italiana che dà in escandescenza in pubblico, per la suoneria araba di un immigrato musulmano. (Me lo dia! Sta melodia!) Ad Aprilia, dapprima la morte di un immigrato marocchino, la cui macchina è stata preda di caccia da parte di tre italiani, sospettati membri di una ronda di quartiere; poi poco dopo, un immigrato camerunese ferito da tre ragazzi italiani, che gli hanno sparato da una finestra, con un fucile ad aria compressa.
I tre “rondaioli” (di cui uno guardia giurata, visto nelle riprese con una pistola in mano) hanno ingaggiato un inseguimento ad alta velocità per strada contro la macchina del marocchino, terminato con lo schianto di quest’ultima contro un palo. Tutto sarebbe partito dal fatto che vedendo parcheggiata l’auto dell’immigrato… con immatricolazione straniera, hanno fatto una rapida deduzione, “targandolo” come un ladro che si aggirava nei pressi del loro complesso residenziale. (Targa straniera? Sfiga “stra…nera”!)
Quanto ai tre ragazzi, si sarebbero «divertiti» provando dalla finestra un fucile ad aria compressa, poi però qualcosa «è andato storto e sono partiti dei colpi»; perlomeno così avrebbero provato a difendersi subito i tre “young pistoleros”. Con tutte quelle scuse strampalate, puntualmente profuse dagli aggressori per giustificarsi dei loro spari contro gli immigrati, ci mancava solo che quei tre teppistelli dicessero che è colpa del camerunese, che non doveva esserci lì, sotto la loro finestra. (Aria! Fucili ad aria!).

Milton Kwami

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