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‘Niente case in affitto perché siete stranieri’: porte chiuse a una famiglia Italo-Albanese. Ma non finisce qui

Chi non è mai stato straniero difficilmente capisce quanto sia duro esserlo. Soprattutto in una terra che chiami casa, nella quale sei cresciuto, sei diventato un adulto. Chi non è mai stato straniero in Italia non ha idea di quanto siano lunghi e travagliati gli anni passati in questura a compilare mille documenti, aspettare anni oltre la scadenza burocratica per ottenere un permesso di soggiorno. Per non parlare di quanto sia lungo il percorso di ottenimento della cittadinanza italiana. Non si spende solo tempo ma anche tanti tantissimi soldi.
Nella mia famiglia abbiamo quasi tutti (per un ritardo burocratico mia madre sta aspettando più tempo del dovuto) la cittadinanza italiana. Viviamo nella stessa città da quasi 20 anni. Io ci sono cresciuta qui, se mi chiedono da dove vengo dico “Friuli”. Il contratto d’affitto della casa nella quale abbiamo vissuto per tutti questi anni finisce il 31 ottobre, ancora un paio di settimane, e noi dobbiamo traslocare perché il padrone vuole ristrutturarla.
Abbiamo cercato casa per quasi 6 mesi. Ci hanno rifiutato tutti. Siamo cittadini italiani, abbiamo ottime referenze, abbiamo sempre pagato le tasse. Eppure, siamo nati in un altro paese, siamo nati in Albania. È questa la nostra colpa, un affronto per gli altri. I miei genitori hanno ancora un forte accento albanese e quando sono stati in agenzia immobiliare sono stati rifiutati subito con la scusa che non c’erano appartamenti disponibili. Io ho la parlata più friulana che albanese. Quando mi sono recata nella stessa agenzia immobiliare ho ottenuto tre appuntamenti. Tre. L’agente immobiliare mi ha chiesto, una volta datomi gli appuntamenti, un numero di telefono ed il mio nome. Le ho fatto lo spelling. Mi ha ringraziato e mi ha detto che mi avrebbe richiamato a breve nel caso ci fossero stati problemi. Mi ha richiamato la mattina seguente con queste parole: ho letto il tuo cognome, non sei italiana non ti posso affittare nulla. Non mi ha chiesto se fossi cittadina italiana, le mie referenze, nulla. Mi ha solo detto di aver letto il mio cognome.
Mi ha annullato tutti gli appuntamenti ed io non ho più una casa da visitare. Vi ricordo giusto una cosa: “Ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza, l’origine o la convinzione religiosa è considerato dalla legge italiana discriminatorio (art.42 del d.lgs. 286/98). Si tratta di un comportamento illegittimo anche se non è intenzionale, perché comunque distrugge o compromette il riconoscimento, il godimento o l’esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali.”
Il razzismo non è solo ignoranza ma è ignoranza illegale. Io non voglio diventare un altro adulto che subisce, non voglio crescere nella paura di essere discriminata da un giorno all’altro. Ho parlato in radio, e sto prendendo un appuntamento dal sindaco e vorrei ottenere un articolo di giornale. Ma non solo per me perché la mia situazione può volgere al meglio da un momento all’altro. Ma per tutti gli stranieri, che siano cittadini italiani, che siano extracomunitari che continuano a subire questa folle discriminazione che li lascia senza casa, senza un posto dove vivere. Le agenzie sono abituate a comportarsi così perché nessuno dice nulla, gli stranieri hanno paura di perdere da un giorno all’altro i diritti che hanno conquistato con fatica e allora continuano a subire in silenzio. Peccato che stavolta abbiano fatto una bella stronzata con la persona sbagliata perché io di razzismo nella vita ne ho subito moltissimo e non accetto di continuare questa catena.
Se nessuna voce omertosa si alza dal coro allora nel mio piccolo provo a farlo io. Sono cittadina italiana ma sono anche cittadina albanese. Sulla mia pelle porto il peso della dignità di due paesi. Vi allego la mia faccia sorridente perché la prossima volta che vedrete qualche straniero subire e non farete nulla, la prossima volta che farete commenti razzisti, la prossima volta che discriminerete per la pelle, per la religione o per l’etnia, la prossima volta che deciderete di perpetrare questa ignoranza, pensate alla mia faccia che ride di voi. Io ci metto la faccia perché non ho paura, voi siete solo vili bestie.
Concludo come sempre: Un bacino a chi mi ama, due a chi mi odia xoxo
Qui potete ascoltare la mia intervista:
https://www.capital.it/programmi/cactus-basta-poca-acqua/puntate/cactus-basta-poca-acqua-del-04-10-2018/

Mirela Kokallaj

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