L’appello del presidente della Repubblica per i figli degli immigrati.
ROMA – "La legge sulla cittadinanza va modificata, perché è troppo restrittiva. Bisogna aprire canali nuovi di accesso alla cittadinanza italiana, per tanti ragazzi e per tanti giovani".
Così il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, che oggi ha ricevuto al Quirinale alcuni studenti in occasione del 18mo anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia. Tra questi c’erano anche dei giovani figli di immigrati come Ian, nato qui ma non ancora cittadino italiano: "Devo aspettare di diventare maggiorenne", ha spiegato nel suo intervento. "Mi fa molto soffrire quando a causa di alcune persone violente si incolpa un’intera nazione", ha detto invece Tibellis, un sedicenne rom che vive in un centro di accoglienza, va a scuola e studia musica al conservatorio.
Una preoccupazione condivisa dal Capo dello Stato. "Si e’ sentito dire che i rom, che tutti i romeni, sono il male, qualcosa di cui il nostro Paese deve aver paura. Non bisogna aver paura ma bisogna integrare, far rispettare la legge, dare cittadinanza a giovani che sono nati in Italia" ha detto Napoletano. Il presidente della repubblica ha quindi chiesto la massima attenzione per "i bambini che sono in Italia senza essere cittadini italiani o figli di cittadini italiani, i bambini che sono figli di immigrati".
"I diritti fondamentali, sanciti anche dalla convenzione dell’Onu sui diritti dell’infanzia, sono di tutti i bambini, senza eccezione alcuna, che si trovano nel nostro Paese, comunque essi siano entrati in Italia e comunque siano entrati in Italia i loro genitori. I loro diritti sono gli stessi dei diritti di chi e’ nato in Italia e dei figli di italiani, credo che sia molto importante crescere con questa convinzione e in questa educazione" ha ribadito Napoletano.
(20 novembre 2007)


