Roma, 14 luglio 2025 – Una maxi-operazione della Polizia di Stato ha svelato un sistema illecito legato all’immigrazione clandestina, che coinvolge falsi contratti di lavoro, documenti contraffatti e la complicità di numerose imprese. L’intervento, coordinato dal Servizio Centrale Operativo (SCO), ha portato a 9 arresti, tutti a carico di cittadini stranieri ricercati per diversi reati, e al controllo di 1.317 migranti e 167 aziende in 23 province italiane.
Indagini ad “alto impatto”
L’operazione è stata condotta con modalità definite “ad alto impatto”, coinvolgendo le Squadre Mobili di città strategiche come Milano, Torino, Bologna, Cagliari e Reggio Calabria, con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine e degli Uffici Immigrazione delle Questure locali.
Secondo le indagini, gruppi criminali organizzati hanno approfittato della vulnerabilità di molti stranieri desiderosi di entrare o regolarizzare la propria posizione in Italia, offrendo in cambio falsi contratti di lavoro o permessi di soggiorno irregolari, sfruttando le procedure previste dal “decreto flussi”.
Un mercato nero della regolarizzazione
Gli investigatori hanno scoperto che per ogni pratica gestita illegalmente venivano richieste somme comprese tra 1.000 e 5.000 euro. Le attività illecite erano spesso camuffate da servizi professionali, ma in realtà si trattava di un vero e proprio mercato nero della regolarizzazione. Le indagini sono ancora in corso per accertare il possibile coinvolgimento diretto di alcune aziende compiacenti, che avrebbero fornito documentazione fittizia per facilitare le pratiche fraudolente.
Un fenomeno grave e diffuso
Le autorità hanno evidenziato la gravità del fenomeno, che non solo favorisce circuiti criminali internazionali ma anche sfrutta la disperazione e la fragilità di chi è alla ricerca di una vita dignitosa. L’obiettivo degli investigatori è ora quello di ampliare il raggio d’azione delle indagini, identificando altri responsabili e ricostruendo la rete degli intermediari che hanno lucrato sulla pelle dei migranti.
Un’operazione che riaccende l’attenzione sulla necessità di rafforzare i controlli nelle pratiche di assunzione legate all’immigrazione e di proteggere chi, in buona fede, si affida ai canali legali per costruire un futuro migliore.


