Il presidente senegalese contro la fuga dei cervelli: "Prendono quello su cui abbiamo investito" Bruxelles, 25 giugno 2009 –"Sono contro l’immigrazione selvaggia" e "trovo che i Paesi europei possano adottare tutte le normative che vogliono per limitare o selezionare coloro che vogliono entrare a casa loro" ha risposto ieri il presidente del Senegal, Abdoulaye Wade a chi gli chiedeva un commento sui respingimenti di clandestini nel mediterraneo.
"Io ho bisogno di manodopera che lavori in Senegal. Non credo che si possa risolvere il problema dell’occupazione con l’esportazione dei disoccupati: non ci credo", ha aggiunto Wade nel corso di una conferenza stampa congiunta a Bruxelles con il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani.
Wade ha quindi tenuto a ringraziare l’Italia per aver accolto un gran numero di senegalesi sul suo territorio e ha citato l’"eccellente cooperazione" con la Spagna in materia di immigrazione clandestina. Quello dell’immigrazione e’ un "fenomeno storico. Quindi voglio davvero ringraziare l’Italia, tutti i governi italiani, per le facilitazioni concesse ai lavoratori senegalesi", ha continuato Wade ricordando che nel nostro Paese ci sono migliaia di senegalesi che "vivono tranquillamente" e "vanno a lavorare", e c’e’ una "cooperazione privata tra loro e gli italiani".
"Accolgo con favore il fatto che l’Italia decida ogni tanto di lanciare delle politiche per l’attribuzione di permessi di soggiorno, anche se personalmente non l’incoraggio. Certo, e’ una cosa molto buona, ma se ci sono delle limitazioni non chiedo di meglio", ha spiegato ancora il presidente senegalese, aggiungendo: dunque, "nessuna condanna, trovo che i Paesi europei possano adottare tutte le normative che vogliono per limitare o selezionare coloro che vogliono entrare a casa loro".
Per Wade, tuttavia, la "selezione degli africani sulla base delle competenze significa prenderci quello su cui abbiamo investito. Se l’Europa ci prende un ingegnere, quest’ingegnere non e’ cascato dal cielo…abbiamo speso dei soldi…tutti gli studenti senegalesi hanno una borsa di studio…e’ un grande sacrificio per il Paese, ma una volta che sono diplomati li prendono altrove…". Per questo, ha scherzato Wade, una volta ho detto al presidente francese Jacques Chirac ‘Voglio essere rimborsato, mi pare il minimo…’ecco una questione su cui bisognerebbe riflettere’".
Wade ha anche tenuto a sottolineare l’"eccellente cooperazione" con la Spagna. Proprio ieri, nel corso di un incontro con il premier Jose’ Louis Rodriguez Zapatero, abbiamo deciso di "eliminare l’immigrazione clandestina con la formazione e la creazione di posti di lavoro in Senegal". "La Spagna costruisce insieme a noi in Senegal delle fattorie modello nelle quali vengono assunti giovani lavoratori", ha riferito il capo dello Stato, aggiungendo: "In questo modo, i giovani non hanno nessuna voglia di andare in altri Paesi". E adesso "questo modello e’ ripreso anche dalla Francia".
Piu’ in generale, Wade ha però poi espresso "grande rammarico per la politica di immigrazione dell’Europa, che ostacola anche gli affari". "Che un uomo d’affari senegalese non possa alzare il telefono e dire a un uomo d’affari belga o europeo: ‘arrivo, prendo il primo aereo e arrivo’, e’ il modo migliore per frenare il nostro sviluppo", ha concluso il presidente del Senegal nel corso della sua breve visita a Bruxelles.