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Tutto pronto per il “click day dei cervelloni”

Da domani domande online da parte degli istituti registrati. Un canale preferenziale per chi viene a fare ricerca in Italia

Roma – 30 giugno 2009 – Si giocherà solo in una sessantina di  istituti di ricerca il click day di domani per chiedere l’ingresso in Italia di ricercatori stranieri. E in realtà i clic potranno continuare in tutta tranquillità anche nei giorni successivi, perché non ci sono quote da assegnare.

Potranno presentare la domanda solo gli istituti iscritti in un elenco speciale tenuto dal ministero per l’Università, che raccoglie già diverse università e centri d’eccellenza, dalla Normale di Pisa all’Istituto Nazionale di Fisica nucleare di Frascati. Strutture a caccia di cervelloni stranieri pronti a portare avanti le loro ricerche.

“Questi ingressi avranno un canale preferenziale, le domande sono di meno e le esigenze spesso immediate. Anche la procedura è più snella rispetto ai normali flussi per lavoro” spiegano al Viminale. Basta infatti che la Questura dia l’ok e il ricercatore può avere un visto e arrivare in  Italia. 

Si entra solo con la convenzione
Potranno entrare cittadini stranieri in possesso di un titolo di studio superiore che, nel Paese in cui è stato conseguito, dà accesso a programmi di dottorato. Il loro ingresso non viene vincolato ai tetti stabilito ogni anno dal decreto flussi, ma a una richiesta da  parte di un istituto iscritto nell’ elenco.

È fondamentale che venga stipulata una convenzione in cui l’istituto si impegna ad accogliere il cittadino straniero  garantendogli di che vivere, una copertura assicurativa in caso di malattia e le spese per il viaggio di andata e ritorno. Lo studioso si deve d’altra parte impegnare a realizzare un progetto  di ricerca approvato dall’istituto.

Se ci sono questi requisiti , può partire al domanda. Chi arriva qui, avrà un permesso di soggiorno di durata pari a quella del programma di ricerca, ma rinnovabile in caso di proroga, che gli permetterà anche di svolgere attività di insegnamento o di chiedere il ricongiungimento familiare.

Chi è già qui o in altri Paesi Ue
“La richiesta di nulla osta alla ricerca – precisa il ministero dell’Interno – può essere presentata anche a favore di un cittadino non comunitario regolarmente soggiornante sul territorio nazionale ad altro titolo diverso da quello per richiesta di asilo o di protezione temporanea. In tale ipotesi, non è prevista la richiesta di parere alla Questura né il rilascio di un visto di ingresso”.

Anche gli stranieri già ammessi come ricercatori da altri Stati Ue possano venire in Italia senza visto a proseguire le loro ricerche per tre mesi. Non dovranno nemmeno chiedere il permesso di soggiorno, ma solo presentare allo Sportello Unico una comunicazione allegando la convenzione stipulata nell’altro Stato. Per rimanere più di tre mesi dovranno però stipulare una nuova convenzione con un istituto di ricerca italiano.

Ecco gli istituti che possono presentare le domande

Elvio Pasca

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