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IMMIGRAZIONE: CNEL, A NORD MIGLIORI CONDIZIONI INTEGRAZIONE

(ANSA) – ROMA, 27 MAR – Dagli anni 2000 le regioni settentrionali, soprattutto quelle nord orientali, sono quelle che in Italia offrono le condizioni più favorevoli per l’integrazione socio-lavorativa degli immigrati; mentre sembra accentuarsi la differenza fra le aree centro settentrionali e quelle meridionali-insulari. E’ quanto emerge dal quinto rapporto Cnel sugli "indici di integrazione degli immigrati in Italia" presentato oggi e realizzato con l’aiuto dei redattori del dossier sull’immigrazione della Caritas. Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia guidano la graduatoria dell’indice complessivo di integrazione e sono pressoché allineate in cima alla classifica. Quasi tutto il meridione, con Campania e Sicilia in coda si colloca invece nelle parti basse della graduatoria, ad eccezione dell’Abruzzo che lambisce la fascia alta. Per quanto riguarda le province, secondo il rapporto, nel corso di un anno quelle a massimo potenziale di integrazione sono più che raddoppiate passando da 11 a 25. Sono incluse in questa fascia oltre alle province autonome del Trentino Alto Adige, ben sette delle undici lombarde, due delle sette venete, cinque delle nove emiliane romagnole, tre delle quattro del Friuli e tre delle piemontesi. Tra le diciassette province a basso potenziale si colloca un terzetto costituito da Bari, Cagliari e Napoli mentre tra le diciotto a potenziale di integrazione minimo l’unico capoluogo di regione è Palermo. In generale, secondo il Cnel "é nel ‘piccolo’, cioé in contesti raccolti anche dal punto di vista amministrativo, che si giocano in gran parte i delicati processi di integrazione sociale".(ANSA). 2007-03-27 13:27

(27 marzo 2007)

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