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Ddl sicurezza, la condanna dai sindacati

Le organizzazioni dei lavoratori unite contro le nuove norme sull’immigrazione Roma – 3 luglio 2009 -"Le norme approvate sugli immigrati renderanno ancora più difficile l’integrazione e la convivenza civile tra italiani e stranieri, aumentando il rischio di generare la cosiddetta "criminalizzazione del diverso" dichiara in una nota Liliana Ocmin, Segretario confederale della Cisl, con delega al settore dell’immigrazione.

"Molti temi – sottolinea Ocmin- come l’ottenimento della cittadinanza, il diritto di ricongiungimento familiare, nonché l’impossibilità di iscrizione anagrafica, riguardano la presenza regolare dei cittadini stranieri e non possono essere collegati al tema della sicurezza. Ecco perché chiediamo un tavolo di confronto per affrontare con serietà la governance del fenomeno dell’immigrazione a partire dalle norme di inclusione sociale che l’UE ha più volte affrontato”.

“Un provvedimento che apre una ferita profonda nel nostro ordinamento giuridico e, soprattutto, nella nostra democrazia, comprimendo gli spazi di libertà” commentano le segretarie confederali della CGIL, Vera Lamonica e Morena Piccinini.

“Così come è stato approvata, – sottolineano – questa legge si dimostra vessatoria e razzista: l’introduzione del reato di clandestinità, oltre ad essere una vera assurdità giuridica, obbliga i medici alla denuncia e condanna gli immigrati alla clandestinità: un vero e proprio stravolgimento della cultura giuridica del nostro paese, che per rispondere ad un furore ideologico calpesta l’umanità”.

“È colpendo le vittime (e non chi trae profitto dalle loro miserie) che si risolvono i problemi? E’ facendo terra bruciata attorno agli immigrati, non solo gli irregolari, e rendendo loro (ed alle loro famiglie) la vita sempre più difficile che si placano le incertezze nel futuro degli italiani?” chiede Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil

“L’Ocse – ricorda Loy –  ci avverte in questi giorni che la crisi economica colpisce soprattutto gli immigrati, ma che è un errore chiedere che ritornino nel loro Paese. Non servono allora il blocco dei flussi e leggi draconiane per spaventare gli immigrati, ma una profonda riforma della normativa sull’immigrazione che ha prodotto finora decine di migliaia di cittadini in condizione di irregolarità e clandestinità ed attese di anni per avere il rinnovo del permesso”.

“Siamo preoccupati  per le misure restrittive e punitive che il disegno di legge introduce nei confronti dei cittadini immigrati, andando ad agire nella sfera dei diritti fondamentali e della dignità umana: il matrimonio, la salute, la scuola” dichiara Andrea Olivero, presidente delle Acli

“Continuiamo a pensare che non è possibile equiparare reati odiosi che offendono la persona, quali la tratta di esseri umani, lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio di stupefacenti, e che vanno perseguiti con forza, con lo status di clandestino che è una situazione amministrativa” dice il presidente nazionale del Sei Ugl, Luciano Lagamba, che ha stilato anche un "decalogo delle malvagità" contenute nella nuova legge.

“Il vero allarme sociale – insiste Lagamba – non è un documento non in regola, quanto piuttosto l’aumento esponenziale degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail che vedono coinvolti cittadini stranieri, +15% negli ultimi quattro anni, dato che stride con il calo del 10,3% degli incidenti con lavoratori italiani”.

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