Stefano Camilloni
Citta’ del Vaticano, 3 lug. – (Adnkronos) – Non si puo’ stabilire un nesso diretto fra il numero dei reati e la presenza di immigrati in Italia. Anzi, nel nostro Paesi ”ci sono quattro milioni di immigrati regolari che non hanno nessuna intenzione di delinquere, tutte le ricerche dimostrano che il tasso di reati fra al loro interno e’ uguale o minore a quello che si registra fra gli italiani”. E’quanto afferma all’ADNKRONOS Oliviero Forti, responsabile nazionale immigrazione della Caritas italiana commentando il problema immigrazione alla luce dell’approvazione del pacchetto sicurezza.
”C’e’ un rapporto complesso fra sicurezza e migrazione – spiega Forti – ma la verita’ come gli studi in materia dimostrano, e’ che la societa’ italiana non ha un rapporto diretto con gli immigrati, se non in senso positivo. Si ha paura in teoria ma poi si spiega che il contatto diretto con l’immigrato che viene a casa nostra e’ positivo. Il dibattito su questa materia e’ strato condotto in modo troppo aspro e questo ha provocato un’esasperazione dei toni, fino ad arrivare a forme di fobia collettiva”.
Invece, spiega il responsabile Caritas per l’immigrazione, bisogna fare riferimento alla nota della Cei di oggi, ”nella quale si legge in modo equilibrato il fenomeno immigrazione, che non puo’ essere ridotto al solo tema dell’ordine pubblico”. Ancora, spiega Forti, la tendenza attuale a chiudere le porte agli immigrati ha un respiro europeo come ”hanno evidenziato le ultime elezioni nelle quali hanno avuto consensi i partiti contrari all’immigrazione. L’Italia in questo senso non fa eccezione”. Ancora secondo la Caritas vanno adeguate le cifre del decreto flussi che prevede ingressi troppo bassi rispetto alle richieste. Vengono pure criticate le eccessive pastoie burocratiche che devono affrontare gli immigrati regolari, in tal modo spinti verso la clandestinita’.
