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Legge sicurezza. L’appello dei religiosi per cambiarla

"I clandestini, colpevoli solo di essere troppo bisognosi". Suore e preti promettono ”disobbedienza pubblica” contro le nuove norme sull’immigrazione

Roma – 27 luglio 2009 – Promettono ”disobbedienza pubblica” contro il pacchetto sicurezza. E annunciano che faranno tutto ciò che è in loro potere per convincere ”un numero sempre crescente di cittadini” a fare altrettanto, mettendo in atto ”pratiche di accoglienza e di solidarietà”. L’arduo obiettivo? Cambiare la legge ”nel più breve tempo possibile”.

Ad alzare le barricate contro le norme sull’immigrazione volute dal governo sono un centinaio di suore e preti, che hanno firmato un appello intitolato ”Onoriamo i poveri”, visto che, ne sono convinti, il pacchetto sicurezza ”discrimina, rifiuta e criminalizza proprio i più poveri e i più disperati”. ”Riteniamo strumentale e pretestuosa – scrivono i firmatari dell’appello – la categoria della clandestinità loro applicata. Di null’altro sono colpevoli queste persone se non di essere troppo bisognose. Per lo stato italiano oggi è questo che costituisce reato”.

I religiosi assicurano di riconoscersi ”nell’umanità e nella dignità di tutte le persone, che vengono colpite da questa legge iniqua” e invitano il governo al rispetto di norme violate dal ”pacchetto sicurezza” che, assicurano, vanno dalla Dichiarazione universale dei diritti umani alla Convenzione sullo stato dei rifugiati, dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia alla stessa Costituzione.

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