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Clandestinità. Bongiorno: “Reato solo se c’è pericolo”

La deputata finiana del Pdl: "Movimento per modificare le norme sull’immigrazione" Roma – 9 luglio 2009 – Anche nel Popolo della Libertà, con buona pace degli alleati della Lega, c’è chi vuole aggiornare le norme su immigrazione e cittadinanza. E magari circoscrivere il reato di clandestinità solo a quegli stranieri che rappresentano effettivamente un pericolo.

Lo conferma oggi in’intervista al Sole 24 ore, Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia a Montecitorio e “finiana doc”. Come il presidente della Camera, anche la Bongionro è convinta che si debba fare un “tagliando” alla legge sull’immigrazione: “Anche se finora la linea intransigente del Caroccio è prevalsa, c’è un movimento per modificarla" dice.

"L’immigrazione, come ricorda Fini, è un problema che va affrontato nel segno del rigore ma anche dell’accoglienza. Questo è lo sforzo da fare” spiega Bongiorno. E il reato di  clandestinità? “La povertà non è reato – risponde la deputata del Pdl – e la clandestinità va sanzionata solo se assume carattere di pericolosità".

Quando è stata approvata la nuova legge sulla sicurezza, anche  Bongiorno ha votato per l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno clandestino. “Ma penso ci sia lo spazio per cambiare, – dice oggi – anche se bisogna aspettare per fare un bilancio delle nuove norme”.

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