(ANSA) – MILANO, 17 APR – Fissare un numero chiuso per la presenza di nomadi a Milano, proseguire sulla strada indicata dal sindaco dell’accoglienza strettamente collegata alla legalità e un no deciso alla permanenza di lungo periodo dell’insediamento di rom al Parco Lambro: sono le linee emerse dall’incontro tra i rappresentanti della Cdl e il sindaco Moratti (presente anche l’assessore alle Politiche sociali Moioli), in un vertice convocato da tempo per discutere di rom e dei campi nomadi di Milano. "Sosteniamo – ha detto alla fine Luigi Casero, commissario cittadino di Forza Italia – la linea del sindaco sull’integrazione e la legalità. Il modello Triboniano va esteso anche agli altri campi regolari. Però accanto a questo si è ragionato anche sull’ipotesi di individuare, insieme alle altre autorità competenti, un tetto massimo di presenze di nomadi in città". Più esplicito il leghista Matteo Salvini: "a Milano ci sono circa 1.400 nomadi ospitati in campi regolari. Un numero più che sufficiente, tutti gli altri sono di troppo". E sull’esigenza di determinare un numero massimo di nomadi accoglibili si sarebbe espresso favorevolmente anche il sindaco Moratti. Per Ignazio La Russa, capogruppo di An alla Camera, "l’elemento preoccupante è che da gennaio ad oggi, in soli quattro mesi, c’é stata una crescita insostenibile del flusso di nomadi verso Milano". "Colpa del governo – ha affermato La Russa – che non ha esercitato, a differenza per esempio di Spagna e Inghilterra, la moratoria nei confronti degli Stati appena entrati nell’Unione Europea. Per colpa di Prodi Milano è diventata l’imbuto per i rom che vogliono espatriare dal paese d’origine". Anche per il presidente dei deputati di An "non possono essere tollerati campi abusivi in città", mentre sul Parco Lambro "c’é accordo tra tutti perché quello non diventi un insediamento permanente, ma solo temporaneo". Tutti d’accordo anche su un altro punto: chiedere al governo fondi specifici per gli interventi, come quelli sperimentati nel campo di via Triboniano, destinati a fronteggiare l’emergenza. (ANSA).
(17 aprile 2007)