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La regolarizzazione non decolla

5mila domande al giorno, se continua così saranno 150mila. Gulia (Acli). “Famiglie e lavoratori stanno ancora contrattando” Roma – 8 settembre 2009 – Viaggia ancora a rilento, rispetto alle previsioni, la regolarizzazione di colf e badanti extracomunitarie.

Dal primo al sette settembre, prima settimana utile per presentare online le domande, sui server del Ministero dell’Interno ne sono arrivate 35.422. I moduli già attivati, che probabilmente si trasformeranno in domande, sono invece 56.982, per la maggior parte richiesti da privati (65%), seguono associazioni e patronati (34%), mentre è ancora trascurabile il contributo di consulenti del lavoro e Comuni.

La media, per ora, è di 5mila domande al giorno e se sarà confermata anche nelle prossime settimane la regolarizzazione riguarderà circa 150mila lavoratori extracomunitari. Molto al di sotto, insomma, del mezzo milione di domande stimate come soglia minima dal Ministero dell’Interno prima che l’operazione partisse.

Prima di parlare di flop bisognerà aspettare il 30 settembre, anche perché secondo molti osservatori siamo ancora in una fase di preparatoria, con i datori di lavoro che si stanno informando e in molti casi non hanno ancora deciso se partecipare o no.

È però un dato di fatto che i limiti di reddito (almeno 20mila euro) chiesti per mettere in regola le colf, e il minimo di 20 ore settimanali richieste per ogni rapporto di lavoro, stanno tagliando fuori molte famiglie e lavoratori. E non mancano le segnalazioni di datori di lavoro che, pur avendo i requisiti, non vogliono regolarizzare la colf e minacciano di interrompere il rapporto di lavoro (nero) di fronte alla sua insistenza.

“Pur ritenendo esagerate certe previsioni della vigilia, ci aspettavamo un afflusso maggiore, anche in base a quanti erano venuti a chiedere informazioni ai nostri sportelli già da agosto. Crediamo però che il grosso delle domande partirà durante l’ultima decade di agosto” dice Pino Gulia, responsabile immigrazione dei patronati Acli.

Secondo Gulia, molti lavoratori domestici sono in piena “contrattazione” col datore di lavoro: “Si stanno mettendo d’accordo per il pagamento del contributo da 500 euro e per quelli successivi, offrendosi spesso di pagare tutto di tasca loro. Oppure, se lavorano per più famiglie, ne stanno convincendo una a dichiarare tutte le venti ore settimanali”.

Le Acli segnalano infine un problema per la sistemazione alloggiativa. “Chi non vive con il datore di lavoro, è spesso in affitto senza un contratto registrato. Quindi in tanti stanno cercando amici disposti a fare una dichiarazione di ospitalità” spiega Gulia.

Ecco il report sulla regolarizzazione (aggiornato alle 13.00 dell’8 settembre)

Elvio Pasca

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