in

Respingimenti. Il governo: “Tutto in regola”

Nitto Palma (Interno): "Rispettiamo il diritto internazionale. Nessuno ha chiesto protezione" Roma – 22 settembre 2009 – I respingimenti fatti dalle autorità italiane sono in linea con il diritto internazionale. Nessuno dei migranti riportati in Libia ha chiesto protezione internazionale.

Al termine del  Consiglio giustizia e affari interni dell’Ue a Bruxelles, il  sottosegretario all’Interno, Francesco Nitto Palma ha replicato così ai rilievi dell’Alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres. “Le riconsegne sono perfettamente in linea con la normativa  internazionale", ha sottolineato Nitto Palma, dicendo che "si sono  registrate otto riconsegne per circa 757 persone" e nessuna di queste “ha chiesto protezione  internazionale quando si trovava nelle navi italiane".        

Noi abbiamo effettuato delle riconsegne in  sintonia con la normativa internazionale. Nessuno dei soggetti che  sono saliti sulle navi italiane ha chiesto protezione internazionale", ha detto ancora Nitto Palma, aggiungendo: "Per quello che mi viene  riferito, intervistate in Libia da organi terzi, queste persone hanno  ribadito in quella sede che il loro viaggio in Italia non era  finalizzato a ragioni di protezione internazionale ma alla speranza di trovare delle condizioni di vita migliori".

Nitto Palma ha anche  spiegato che sulle navi italiane "c’e’ personale atto a recepire la  domanda di protezione internazionale" mentre "la procedura relativa  alla concessione o non concessione del diritto d’asilo appartiene ad  altra sede".        A Bruxelles, Nitto Palma ha anche ricordato che la Libia ha  presieduto la commissione per i diritti umani dell’Onu e ha firmato la convenzione africana, dove il "concetto di protezione internazionale  e’ molto più ampio che nella convenzione di Ginevra". Inoltre, ha  spiegato ancora il sottosegretario all’Interno, "dal 1991 opera in  Libia l’Alto commissariato per i rifugiati che da lungo tempo un  ufficio con circa 25 persone".   

“Nelle otto riconsegne, non vi e’ stata una  sola richiesta di protezione internazionale", ha insistito Nitto Palma. "Se vi fosse stata una sola richiesta di protezione  internazionale – ha aggiunto – quella persona non sarebbe stata  riconsegnata alla Libia". Inoltre, a tutti questi individui, e’ stato  sempre garantito un servizio di interpretazione a bordo delle navi,  "nello stesso identico modo in cui viene garantito nei centri di  identificazione ai fini dell’espulsione".

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

I vescovi: “Sì a modello regolarizzazione”

La legge anti-burqa? È già in Parlamento