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Più lavoratori stranieri che statali

L’analisi del Sole 24 Ore. “Una ‘rivincita’ degli immigrati sulla burocrazia?” Roma – 12 maggio 2009 – Multietnico o no, l’Italia è un paese in cui i lavoratori stranieri hanno sorpassato i dipendenti della pubblica amministrazione.

Lo scrive oggi Francesca Padula sul Sole 24 Ore, mettendo a confronto i numeri dell’immigrazione con quelli dell’apparato  statale:  da un lato 3 milioni e 561mila lavoratori stranieri maggiorenni, dall’altro  3 milioni e 366mila dipendenti tutti rigorosamente italiani. O, ancora, le 700mila badanti regolari, più numerose di tutto il personale della sanità pubblica che tra personale medico e paramedico si ferma a 682mila addetti.

L’Italia, scrive Padula, “è un paese in cui il lavoro è trainato dall’immigrazione in molti settori”, e ai lavoratori dipendenti si affiancano sempre più numerosi anche gli imprenditori. Sono proprio gli stranieri che si sono messi in proprio, spiega il Sole 24 Ore, “ad assicurare il segno positivo nei recenti bilanci di "nati-mortalità" delle piccole e medie imprese nazionali”.

Se poi ai lavoratori regolari si aggiungono anche gli irregolari e i minori, si arriva a 4,328 milioni immigrati, “la 21esima regione italiana” , poco più piccola dell’Emilia Romagna ma più popolata sia della Toscana sia di altre 11 regioni. E “destinata a diventare la seconda regione – dopo la Lombardia – nel giro di vent’anni”, quando secondo l’Istat gli immigrati in Italia saranno 8 milioni.

“Il lavoratore immigrato che "batte" l’impiegato statale non sta, per caso, prendendosi una rivincita proprio sulla burocrazia?” si chiede infine Francesca Padula. Quella burocrazia che ci mette mesi a rinnovare un permesso, che costringe chi si regolarizza con i flussi a tornare in patria e poi a rientrare in Italia o che emette decreti di espulsione che nella maggior parte dei casi non si trasformano in effettivi rimpatri.

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