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Milano. Maroni: “Evitare le concentrazioni etniche in un solo quartiere”

Il Ministro: "C’e’ un modello sociale che non funziona" Roma, 15 febbraio 2010 – "In via Padova bisogna abbassare la febbre e non scatenare una guerra civile".

Lo dice il ministro dell’Interno Roberto Maroni che, intervistato dal ‘Corriere della Sera’ sulle violenze a Milano dopo l’omicidio dell’immigrato egiziano prende le distanze da chi invoca i rastrellamenti casa per casa e sottolinea: "Nel futuro dobbiamo evitare le concentrazioni etniche in un solo quartiere".

Si tratta di "un nuovo progetto di integrazione", ma ora afferma il titolare del Viminale "bisogna tenere insieme la citta’", senza interventi repressivi, "non serve incendiare le piazze". Per Maroni "c’e’ la necessita’ di un cambio di passo. C’e’ un modello sociale che non funziona, che va ricostruito" ed e’ necessaria una "gestione oculata degli insediamenti degli immigrati sul territorio".

Quanto alle accuse di fallimento del governo di centrodestra da parte del segretario del Pd, il minnistro dell’Interno replica: "Sarebbe facile rispondere a Bersani che nel 2008 gli sbarchi a Lampedusa erano settemila e nel 2009 li abbiamo ridotti a tremila. Potrei anche ripetere quel che ha detto il ministro Gelmini: siamo arrivati a questo grazie al buonismo della sinistra. Ma vorrei – conclude Maroni – evitare il rimpallo delle colpe. Una classe politica non deve usare miseramente questi temi per una campagna elettorale".

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