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La Lega: “Assistenza sociale solo a chi è integrato”

"E fideiussione da tremila euro per avviare un’impresa". Emendamenti alla manovra economica.

Roma – 28 giugno 2010 – L’assistenza sociale agli stranieri? Solo se dimostrano di essere integrati.

È la proposta dei senatori leghisti Sandro Mazzatorta, Massimo Caravaglia e Gianvittore Vaccari, che hanno presentato un emendamento ad hoc alla manovra economica. L’obiettivo è  modificare la legge che finora, ad esempio,  ha garantito agli immigrati regolari  gli assegni dei Comuni per i nuclei familiari numerosi.

“Gli stranieri titolari della carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non  inferiore  ad  un  anno,  nonchè  i  minori iscritti  nella  loro  carta  di  soggiorno  o  nel  loro permesso di soggiorno, sono  equiparati  ai  cittadini  italiani  ai  fini  della fruizione delle provvidenze e delle prestazioni, anche economiche, di assistenza  sociale…” recita oggi l’articolo 41 del testo unico sull’immigrazione. I senatori leghisti vogliono però aggiungere che questo vale solo se quei cittadini stranieri “hanno conseguito specifici obiettivi di integrazione”.

Questi obiettivi, aggiunge l’emendamento, dovrebbero essere indicati da un regolamento del governo. Ma non c’è già l’accordo di integrazione varato a fine maggio dall’esecutivo? Sì, ma quando entrerà in vigore varrà solo per i nuovi arrivati. Prevedendo un nuovo regolamento, Mazzatorta e gli altri riusciranno invece a limitare l’accesso all’assistenza sociale  anche a tutti gli immigrati che sono già in Italia.

Non è l’unico emendamento leghista alla manovra dedicato agli immigrati. Garavaglia e Vaccari propongono anche nuove regole sulle “imprese etniche” per  “ garantire gli eventuali versamenti di imposte e contributi dovuti nell’esercizio dell’attività”.

“All’atto dell’apertura della partita lva, da parte di una società o cittadino extra UE – scrivono i leghisti –  deve essere depositaria una garanzia fidejussoria bancaria o assicurativa a favore dell’Agenzia delle Entrate, per un importo non inferiore a tremila euro. Tale garanzia fidejussoria sarà restituita all’atto della cessazione dell’attività e una volta eseguiti tutti i versamenti fiscali e contributivi dovuti dalla società o dalla persona fisica straniera”.

Elvio Pasca

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