Dura denuncia dei missionari: “In nome della sicurezza, immigrati e rom diventano naturalmente criminali”
Roma – 20 luglio 2010 – “Oggi la forma di povertà più vistosa e drammatica in Italia è quella degli immigrati e dei rom. In nome di una fantomatica “sicurezza sociale” si sta costruendo, soprattutto nel nostro paese, la fabbrica della paura verso tutto ciò che può ledere la tranquillità del cittadino. Per questa prospettiva inquietante l’incriminato di dovere è l’immigrato ed è il rom, considerati quasi naturalmente soggetti di reato”.
Con queste lapidarie parole Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, apre la ricerca “Non possiamo tacere. I missionari/e e immigrati” , pubblicato pochi giorni fa dalla Commissione giustizia, pace e integrità del creato della Conferenza degli istituti missionari italiani (Cimi).
Il documento-denuncia traccia le linee guida per interpretare la moderna situazione di mobilità sociale, in cui oltre 240 milioni di persone nel mondo sono emigranti e dove ci sono 740milioni di sfollati,ciò significa che una persona su sette è un emigrante. In particolare si analizza la situazione della “fortezza europea assediata” da anni dai vari flussi migratori, specialmente delle popolazioni africane, alle quali l’Europa ha risposto con diffidenza e problematicità.
La ricerca passa poi ad analizzare con attenzione la situazione italiana, prendendo prima in esame l’aspetto giuridico, dalla legge Turco-Napolitano che ha creato i Centri di permanenza temporanea (Cpt), definiti “veri e propri lager”, sino alla discussa Bossi-Fini che ha subordinato il rilascio del permesso di soggiorno al possesso di un contratto di lavoro. Queste sono le premesse, sottolineano dal Cimi, che hanno condotto nel 2009 all’approvazione del Pacchetto sicurezza che, con l’introduzione nell’ordinamento italiano dell’aggravante della pena per clandestinità, arriva a criminalizzare un immigrato privo di permesso di soggiorno.
Dalle incongruenze legislative, definite “cattiverie fatte legge”, la ricerca passa a d analizzare il clima di xenofobia e sfruttamento del lavoro degli immigrati in Italia, passando in rassegna tutte le delicate situazione sociali in cui versano gli immigrati stranieri che lavorano in Italia, dallo sfruttamento nell’ edilizia nel Nord Italia, passando per l’agricoltura nel Meridione, sino alla “violazione del diritto internazionale di asilo politico” che avviene costantemente con i respingimenti e gli accordi stipulati tra i governi di Italia e Libia.
“Stiamo assistendo a una massiccia e crescente violazione dei diritti umani nei loro confronti. Noi missionari che siamo stati a lungo ospiti dei popoli africani, sudamericani, asiatici assistiamo ora in patria ad un accanimento senza precedenti nei confronti degli immigrati in mezzo a noi. E questo avviene nell’indifferenza da parte dei cittadini italiani, immemori di quanto i nostri migranti avevano sofferto. Non stiamo forse ripetendo sugli immigrati in mezzo a noi quello che i nostri nonni hanno subito quando anche loro emigravano?”.
Marco Iorio