in

Flussi. Forlani: “Non se ne parla, pensiamo ai disoccupati”

Il direttore Immigrazione del ministero del lavoro: “Ci sono 280 mila lavoratori stranieri in Italia che hanno perso il posto”. Smentite le voci su 150 mila nuovi ingressi

Roma – 22 ottobre 2010 – Arriva un decreto flussi da 150 mila ingressi? “È una bufala” taglia corto Natale Forlani, direttore generale dell’ immigrazione al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. E c’è da credergli, perchè è proprio nei suoi uffici che si programmano i nuovi ingressi per lavoro in Italia.

“Stimiamo che circa 280 mila lavoratori stranieri abbiano perso il posto con la crisi economica, dobbiamo pensare alla loro ricollocazione prima che a nuovi ingressi. Anche perché la perdita del lavoro rischia di far diventare queste persone immigrati irregolari” spiega Forlani a Stranieriinitalia.it. 

Da qui alla fine dell’anno non si riapriranno, quindi, le frontiere. “Se ci saranno nuovi ingressi saranno molto contenuti e riguarderanno categorie specifiche di lavoratori, come quelli già formati in patria o gli stagionali. Niente di paragonabile ai centinaia di migliaia di ingressi del passato” chiarisce il direttore generale.

Indiscrezioni su un imminente via libera a un nuovo decreto flussi circolavano da due settimane. Hanno però lasciato tiepidi i sindacati: “Meglio regolarizzare chi ha è già qui con un lavoro ma senza permesso di soggiorno” hanno commentato sul Sole 24 Ore Piero Soldini, Cgil, e Liliana Ocmin, Cisl. Un’ipotesi che però al momento non sembra affatto nell’agenda del governo.

Le voci smentite da Forlani rischiavano anche di alimentare le speranze di centinaia di migliaia di irregolari e di aprire al strada, come sempre avviene in questi casi, ai traffici di oscuri intermediari pronti a promettere domande di assunzione. Niente da fare. Per ora non si parla né di nuovi flussi né di una nuova regolarizzazione.

Elvio Pasca

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Futuro incerto per i precari dell’immigrazione

“Carceri piene per le norme anticlandestini”