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In piazza i precari dell’immigrazione

Mobilitazione in tutti Italia dei lavoratori a tempo determinato di Questure e Prefetture. Che a fine anno rischiano di scadere

Roma – 29 ottobre 2010 – Seicentocinquanta persone in tutta Italia possono sembrare poche. Eppure  mandano avanti il lavoro di Questure e Prefetture sull’immigrazione e senza di loro quella macchina che già procede molto, troppo lentamente, si fermerebbe.

Oggi i seicentocinquanta lavoratori a tempo determinato degli uffici immigrazione  e degli Sportelli Unici sono scesi in piazza in tutta la penisola per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro situazione. Dopo anni di rinnovi (molti hanno iniziato nel 2003 come interinali, per poi diventare dipendenti a tempo determinato), su tutti incombe la scadenza del contratto, fissata al 31 dicembre 2010.

E poi? Ancora non si sa, nonostante le promesse del governo. Così oggi a Milano, a Roma, a Brescia, a Reggio Emilia, a Napoli e in tante altre città ci sono state assemblee,  manifestazioni e volantinaggi per sensibilizzare l’opinione pubblica. In alcuni casi gli uffici si sono fermati, in altri ci si è organizzati per non penalizzare gli utenti: “Un segno del nostro attaccamento al servizio pubblico, nonostante la situazione” sottolinea Alessia Pantone, copresidente del comitato in cui si sono riuniti i seicentocinquanta.

“Ora guardiamo avanti, a novembre ci sarà un’assemblea al Viminale dedicata alla nostra situazione. Noi non molliamo” continua Pantone. In un comunicato sindacale congiunto, “i lavoratori, Fp-Cgil, Fp-Cisl e Uil-Pa, chiedono al Governo di mantenere i servizi e confermare contratti a tempo determinato. Dopo questa giornata di mobilitazione, in attesa di risposte che ancora non giungono, i lavoratori e le organizzazioni sindacali continueranno la loro lotta per i servizi e il posto di lavoro”.

Mercoledì scorso, altre due rappresentanze sindacali (Flp e Unsa) hanno incontrato il sottosegretario all’Interno Nitto Palma. Era presente alla riunione anche l’altro copresidente del comitato dei 650, Cristiano Ceccotti: “Un incontro positivo, dove finalmente il sottosegretario ha riconosciuto che abbiamo un ruolo strutturale all’interno dell’amministrazione”.

Nitto Palma sembrà però escludere, ad oggi, una stabilizzazione di questi lavoratori. Il sottosegretario, si legge in una  nota dell’Unsa, “ha comunicato che si stanno cercando risorse economiche per rendere possibile almeno il mantenimento temporaneo dei lavoratori a tempo determinato e che una parte di fondi è già stata rinvenuta, ma non è ancora sufficiente ad assicurare un lungo periodo di stabilità in attesa di una soluzione definitiva”.

Insomma, si naviga ancora a vista.

Elvio Pasca

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