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Amnesty: “Libia e Malta non rispettano i rifugiati e i richiedenti asilo”

L’associazione: "Cooperare con la  Libia e tutelare gli immigrati"

Roma,  15 dicembre 2010 – "I migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo in fuga dalla persecuzione e dai conflitti armati vanno incontro alla tortura e al carcere nel tentativo di arrivare in Europa attraverso la Libia".

Questa la denuncia esposta ieri da Amnesty International, durante la pubblicazione del nuovo rapporto "Cercare salvezza, trovare paura: rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Libia e a Malta".
 
Nella documento si mette  in luce la sofferenza di quanti cercano di raggiungere l’Unione europea, molti in cerca di asilo e protezione, e le violazioni dei diritti umani che subiscono in Libia e a Malta.

Tra il 2002 e il 2009 si stima che 13.000 persone siano arrivate a Malta dalla Libia. Ma sulla base delle leggi maltese, ogni persona che arriva per la prima volta sul territorio, compresi i richiedenti asilo, viene considerata "migrante proibito" e rischia la detenzione obbligatoria a tempo indeterminato, in pratica fino a 18 mesi.

In Libia la situazione è più nota con i rifugiati e i richiedenti asilo politico non godono di nessuna protezione legale. Tripoli, infatti, non ha ancora sottoscritto la Convenzione Onu sullo status dei rifugiati del 1951 e non è attivo alcun sistema d’asilo sul territorio.

"In Libia i cittadini stranieri, compresi i rifugiati, i richiedenti asilo e i migranti, si trovano in una condizione di particolare vulnerabilità e vivono nella costante paura di essere arrestati e detenuti per lunghi periodo di tempo, torturati e sottoposti a ulteriori violazioni" – ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. "Inoltre, molti di essi temono di essere espulsi verso i paesi di origine, senza alcuna considerazione per il concreto rischio di subire persecuzioni una volta fatti rientrare".

Per questo l’appello di Amnesty, rivolto all’Unione Euopea, è quello di una cooperazione che deve avere al centro la tutela dei diritti umani e la condivisione di responsabilità.


Unione Europea che in ottobre ha firmato con Gheddafi un’ "agenda per la cooperazione" sulla "gestione dei flussi migratori" e sul "controllo alle frontiere", in base alla quale la Libia  disporrà  di 50 milioni di euro per contrastare l’immigrazione clandestina. In attesa di definire un “accordo quadro”  che consentirebbe, tra l’altro, la "riammissione" in Libia di cittadini provenienti da "paesi terzi" entrati in Europa dopo aver transitato in Libia.
 
Marco Iorio

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