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Ocmin (Cisl): “Serve una politica di integrazione”

"Riconoscere cittadinanza alle seconde generazioni" Roma, 18 dicembre 2010 – "A venti anni dalla Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e dei Membri delle loro Famiglie non ancora ratificata dall’Italia, molti degli obiettivi in essa contenuti restano attuali".

Lo dichiara in una nota Liliana Ocmin, Segretario confederale della Cisl.

"Serve una politica di integrazione – continua Ocmin – che corresponsabilizzi tutti gli attori coinvolti, per creare reali condizioni di convivenza pacifica, dove uguaglianza, rispetto delle diversita’ e pari opportunita’ siano garanzia e strumento di contrasto a tutte le forme di discriminazione. L’immigrazione non sempre e’ una scelta per chi la compie, ma e’ una risorsa per il Paese di accoglienza soprattutto se capace di valorizzarne il capitale umano e non solo la forza lavoro. L’integrazione e’ la vera sfida dei tempi moderni, che mette alla prova la classe politica, la societa’ civile e gli stessi immigrati che devono essere premiati in quanto vivono e contribuiscono con il loro lavoro, allo sviluppo economico, sociale, culturale e previdenziale del territorio che li ha accolti”.

”Chiediamo doveri a coloro che arrivano, ma l’Italia ha il dovere e la responsabilita’ di salvaguardarne i diritti, primo fra tutti quello all’unita’ familiare ed il diritto di cittadinanza alle seconde generazioni: ai figli degli immigrati nati e cresciuti sul territorio, ma anche il diritto/dovere attivo e passivo di voto alle elezioni amministrative. Queste sono le prerogative di una societa’ interetnica che vede gli immigrati non solo come depositari di tutele, bensi’ come attori corresponsabili nella costruzione di una societa’ coesa e civile.La Cisl – conclude Ocmin – con la sua capacita’ riformista, non fara’ mai mancare il suo apporto costruttivo in questa direzione, perche’ e’ convinta che una societa’ civile si valuta anche dalla capacita’ che ha nel tutelare i piu’ deboli".

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