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Niente case popolari agli immigrati del bresciano

Delibera del Comune di Ghedi (Brescia). La Cgil :"E’ discriminazione". Anche l’Unar boccia la decisione del sindaco leghista

 

Roma –  24 gennaio 2011 – Continuano a destare polemiche le decisioni delle guide leghiste nei comuni del bresciano.

Dopo lo scandalo del “White Christmas”, degli "UFO" (i guanti sulle linee degli autobus degli immigrati) e l’obbligo di "chiusura anticipata ai negozi degli stranieri" , questa volta è il turno degli alloggi comuniali.

Sotto accusa è finita una decisione della giunta comunale di Ghedi, comune di Brescia con poco più di 18 mila abitanti, che ha deliberato un nuovo regolamento che vieta, di fatto, la concessione di case comunali a stranieri.

Con questa delibera del 3 dicembre, la giunta di Lega Nord,  è intervenuta modificando il regolamento che regolava i requisiti per per l’assegnazione delle case con affitto ad "equo canone" destinati alle fasce deboli: invalidi, giovani coppie, soggetti con reddito basso.

Come si legge nel testo della delibera, gli unici che potranno benificiare delle case popolari solo i cittadini italiani che siano  siano residenti nel territorio di Ghedi e che siano soggetti a rischio per il reddito basso, escludendo categoricamente gli immigrati trai possibili richiedenti del servizio comunale.

La decisione del sindaco leghista Lorenzo Borzi, è stata subito impugnata dalla Cgil bresciana che ha portato la questione all’attenzione dell’ Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del ministero delle Pari opportunità (Unar) che nei giorni scorsi ha sentenziato parere negativo, condannando dunque la decisione del Comune come discriminatoria.

Scarica qui la delibera completa

M.I.

 

 

 

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