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Joumana Haddad “La libanese dell’Italia”

La scrittice libanese affronta il problema dell’emancipazione femminile accomunando le donne italiane e libanesi "abbiamo bisogno di leggi che ci proteggano dalla discriminazione"

Roma – 16 febbraio 2011 – Torna in Italia Joumana Haddad, la scrittrice libanese che due anni fa fece montare lo scandalo per la pubblicazione della sua rivista erotica “Jasad” (in arabo significa “corpo”). 
 
La scrittrice, intervistata da CorriereTv, entra nel merito della protesta delle donne italiane di domenica 13 febbraio (“Se non ora quando?” è il nome della manifestazione n.d.r) definendola “un grido di rabbia”.


"Vengo spesso in Italia e ogni volta mi indigno
: se nel mio mondo posso capire – pur senza condividerlo- che la donna sia trattata con poco rispetto, non posso accettarlo invece da un Paese come l’Italia"

Joumana, che ama definirsi "una libanese dell’Italia", spiega ed affrontai problemi relativi all’interpretazione della figura femminile nel mondo arabo, partendo proprio dal suo ultimo libro "Ho ucciso Sharahzad".

"Ero stufa dell’idea diffusa, soprattutto in occidente, che la donna araba fosse considerata una vittima, con lo stereotipo di una donna sottomessa  che non ha il controllo del proprio destino. Volevo scrivere un libro per spiegare come indubbiamente questo clichè fosse reale ma volevo anche raccontare delle tante donne arabe forti, indipendenti che stanno lontano per questo".

La scrittrice confessa anche di sentirsi arrabbiata con le donne arabe stesse perché "Va detto che anche loro si compiacciono in questo stato di vittime, perché è molto più facile ammettere che non possono far nulla invece di lottare tutti i giorni per i propri diritti. Con questo libro voglio proprio svegliare le donne arabe da questo stato di torpore".

Joumana scende poi nello cuore della sua riflessione, accomunando le  donne italiane e quelle libanesi nell’emancipazione e nell’illusione della libertà.

"Il Libano è diverso dagli altri paesi arabi perché esiste la libertà di espressione ma anche per le donne c’è la possibilità di vestirsi come preferiscono, uscire e frequentare locali la sera ma queste cose non sono prioritarie. Le donne italiane e libanesi – prosegue Joumana – si accontentano di queste libertà illusorie, di movimento ed espressione mentre invece avrebbero bisogno di leggi che le rispettino e che le proteggano contro la discriminazione e soprattutto in Libano ancora non è così e le donne non se ne accorgono."

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