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Controlli sul turbante. Crisi diplomatica Italia-India

Amritinder Singh costretto di nuovo a scoprire i capelli a Malpensa. New Dehli protesta con l’ambasciatore italiano e chiede l’intervento dell’ Onu

Roma – 23 marzo 2011 – I controlli di sicurezza sui turbanti dei fedeli sikh scatenano una crisi diplomatica tra Italia e India.

La scorsa settimana, un famoso allenatore indiano di golf, Amritinder Singh, è stato fermato al suo arrivo all’aeroporto di Malpensa. L’uomo ha raccontato di essere stato costretto dalla polizia di frontiera a togliersi il turbante e di essersi sentito per questo umiliato. Una prassi non riscontrata in altri aeroporti europei, dove i turbanti vengono controllati con il metaldetector senza obbligare i sikh a scoprire i capelli.

Il caso ha avuto una vasta eco in India, tanto che le autorità del paese orientale hanno espresso il loro disappunto all’ambasciatore italiano d’Italia a New Delhi, che ha presentato le sue scuse parlando di un “caso isolato”. Ieri però Amritinder Singh, in partenza da Malpensa, è stato di nuovo sottoposto allo stesso tipo di controllo e stamattina l’ambasciatore italiano è stato riconvocato dal ministro degli Esteri indiano Somanahalli Mallaiah Krishna per una seconda  protesta ufficiale.

Il ministro Krishna ha condannato l’episodio anche davanti al Parlamento indiano. ”Ovunque si verifichi, un insulto a un Sikh e’ un insulto alla nazione” ha detto il capo della diplomazia, rispondendo oggi a un’interrogazione presentata da un senatore dell’opposizione. E La vicenda ora potrebbe ulteriormente allargarsi, arrivando addirittura all’ONU.

Secondo quanto riferisce oggi The Hindustan Times,il governo indiano, che è membro non permanente del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sta lavorando a una proposta di risoluzione sul rispetto del turbante dei sikh. ”Siamo sicuri che la risoluzione sarò approvata” ha detto una fonte governativa al giornale.

EP

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