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18 mesi nei Cie? Anche i poliziotti dicono no

L’associazione nazionale dei funzionari di Polizia boccia il decreto del governo. Il segretario Letizia: “Con le strutture attuali ci sarà una congestione e si vanificherà l’effetto deterrente”

 

 

 

Roma – 17 giugno 2011 – Anche i poliziotti bocciano il decreto del governo che innalza a 18 mesi la permanenza massima dei clandestini dei Centro di Identificazione ed Espulsione. Se non si adeguano le  strutture già esistenti e se non se ne creano altre, si rischia una congestione e lo scoppio di nuove rivolte tra gli ospiti.

“Il prolungamento del periodo di permanenza nei CIE a 18 mesi, finalizzato al riconoscimento del clandestino da parte delle autorità diplomatiche del proprio Paese, necessita dell’istituzione di nuovi CIE e di un notevole aumento dei posti disponibili per evitare gli effetti della congestione che vanificherebbero ogni intento deterrente” commenta oggi Enzo Marco Letizia, segretario dell’associazione nazionale Funzionari di Polizia.

“Più a lungo un clandestino resta in un CIE in attesa di essere espulso, più clandestini, pur individuati sul territorio, saranno liberi di circolare perché non si troveranno posti disponibili” spiega Letizia. “Senza nuovi CIE – aggiunge – i problemi dell’immigrazione clandestina, con una ricettività di appena 1686 unità rimangono invariati, anzi si aggraveranno in un periodo caratterizzato da un’ impennata degli sbarchi”.

Il segretario dell’Anfp ritiene inolte che “occorre urgentemente adeguare le strutture dei centri di identificazione ed espulsione alle necessità di una lunga permanenza dei clandestini”. Questo “per evitare tensioni fra le varie etnie nonché per prevenire e governare rivolte che risultano essere sempre più frequenti”.

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