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Centri di espulsione. I giornalisti a Cancellieri: “Revochi il divieto di accesso”

Ordine e sindacato chiedono al nuovo ministro dell’Interno di  cancellare le disposizioni di Maroni. “La fiducia nelle istituzioni si alimenta con la trasparenza”

Roma –  24 novembre 2011 – Una circolare firmata il primo aprile scorso dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni ha bloccato l’accesso dei giornalisti ai centri di identificazione ed espulsione. Oggi in queste strutture possono entrare solo i parlamentari e gli operatori di alcuni organismi umanitari.

Maroni ha ignorato per mesi le proteste dei giornalisti, e lo stesso ha fatto con un ordine del giorno approvato  lo scorso agosto in Senato. Il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, e il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, hanno quindi inviato oggi una lettera al nuovo Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, chiedendole di revocare il divieto.

“A chi intende esercitare il diritto-dovere di cronaca – spiegano –  risulta impossibile verificare di persona cosa accada in quei luoghi. Comprendiamo i problemi talvolta derivanti dalla materiale gestione quotidiana dell’accoglienza, ma non è giusto considerare l’informazione un intralcio al funzionamento delle strutture (la circolare Maroni motiva così il divieto)”.

Sindacato e Ordine dei Giornalisti sono convinti “che la fiducia nelle istituzioni abbia nella trasparenza un indispensabile alimento. L’impossibilità per la libera informazione di accedere a luoghi di concentramento non volontario delle persone non solo limita il diritto dei cittadini a sapere, ma finisce per legittimare un clima di sospetto sull’attività dei Centri”.

“Siamo certi – concludono Siddi e Jacopino – che sia possibile giungere ad un’intesa atta a regolamentare il dovere dell’informazione anche nei CIE: in maniera tale da non precludere il normale funzionamento delle procedure che in essi vengono svolte e da garantire l’imprescindibile diritto alla privacy per gli immigrati, per gli operatori degli enti gestori, per le forze di polizia”.

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