Elvio Pasca
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Roma, 27 mar. (Adnkronos/Labitalia) – “L’attacco all’articolo
18, previsto dalla riforma del mercato del lavoro, rappresenta un
abbassamento della soglia dei diritti per la generalita’ dei
lavoratori. Ed essendo i lavoratori immigrati piu’ esposti,
tradizionalmente e statisticamente, alle riduzioni di personale e ai
licenziamenti individuali e’ chiaro che l’effetto di questa modifica
normativa ricadra’ principalmente e prima di tutto sugli immigrati”.
Cosi’ l’avvocato Marco Paggi, membro del direttivo dell’Associazione
per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), commenta con
LABITALIA gli effetti della riforma del lavoro sui lavoratori
immigrati.
“Per quanto riguarda nello specifico la condizione dei
lavoratori immigrati – sostiene – bisogna considerare questo aspetto:
molto spesso nella pratica la scelta dei lavoratori da licenziare
ricade in maniera discriminatoria sugli immigrati, anche se applicando
i criteri previsti dalla legge non dovrebbe cadere necessariamente
sugli immigrati”.
“Il problema – sottolinea l’avvocato
Marco Paggi – e’ che in questi casi si parla, da un lato, di
licenziamento discriminatorio, dall’altro, nella pratica, e’
estremamente difficile dimostrare al discriminazione. E’ per questo
che una norma che scinde nettamente la tutela rispetto al
licenziamento discriminatorio dalla tutela rispetto al licenziamento
normalmente, si fa per dire, illegittimo o ingiustificato, rendera’
ancora piu’ difficile nella pratica la tutela dei lavoratori immigrati
rispetto ai licenziamenti di natura sostanzialmente discriminatoria”.
Tuttavia, nella riforma legislativa, per Paggi, “va apprezzato
il ripristino di un sistema di garanzia rispetto alle dimissioni in
bianco: e’ un ‘escamotage’ utilizzato ampiamente per i lavoratori
immigrati”. “Quindi – sottolinea – questo aspetto positivo, anche se
di peso nettamente inferiore rispetto alla modifica sui licenziamenti,
va comunque sottolineato”.27-MAR-12 19:01
