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Cittadinanza. Zaia: “Solo dopo dieci anni in Italia”

Il governatore del Veneto: “Messaggio sbagliato a chi viene qui, che non riesce nemmeno a sbarcare il lunario”. I vescovi del Triveneto avevano chiesto di riconoscere la cittadinanza agli immigrti di “buona volontà”

Roma – 17 aprile 2012 – ”La cittadinanza agli immigrati va bene, ma dopo 10 anni che sei in Italia”. Lo ha detto ieri il governatore del Veneto Luca Zaia, a margine della firma dell’accordo per il rilancio ambientale-industriale di Porto Marghera.

Secondo Zaia, ad oggi e’ stato dato un ”messaggio sbagliato agli stranieri” perche’ tanti cittadini ”sono arrivati qui – ha detto – e si sono trovati delle belle sorprese, qui si lavora per vivere e l’immigrato invece arriva qui sia per vivere che per mandare a casa dei soldi e si e’ trovato invece a non riuscire nemmeno a sbarcare il lunario”

Il governatore del Veneto risponde così alle proposte emerse nei  giorni scorsi durante il convegno ecclesiale di Aquileia, che ha visto riuniti esponenti di tutte le diocesi del Nordest. Il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, aveva ad esempio detto che i migranti “costituiscono una vera risorsa economica, sociale e culturale”, e quindi bisogna “apprezzarli, facendo loro riconoscere la cittadinanza italiana, qualora disposti ad assumersi la responsabilità di impegnarsi per il bene comune nel nostro Stato”.“

 

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