Nel ddl delega sugli Enti Locali ok alla modifica degli statuti per far votare gli stranieri alle elezioni circoscrizionali. Ma solo se hanno la carta di soggiorno ROMA – I comuni potranno decidere, modificando il loro statuto, se permettere anche ai cittadini stranieri di votare e candidarsi alle elezioni per municipi e circoscrizioni, gli organi di decentramento presenti in tutte le città che hanno più di 100mila abitanti e in molte di quelle che superano i 30mila.
La novità è inserita nello schema di disegno di legge delega varato dal governo il 19 gennaio per riscrivere poteri e funzioni degli Enti locali. Una scelta figlia "di una visione che tende ad allargare lo spazio dei diritti e della partecipazione alla vita delle comunità locali," spiega la relazione che accompagna il testo "nell’intento di favorire la piena integrazione anche dei cittadini stranieri non comunitari nei territori dove lavorano e vivono stabilmente".
Il voto agli immigrati è stato inserito tra i principi ai quali il governo si dovrà attenere per identificare le materie di competenza dei comuni. Secondo l’articolo 2 comma 4 del ddl, si dovrà infatti "riconoscere all’autonomia statutaria dei comuni la possibilità di attribuire ai cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea che siano titolari della carta di soggiorno di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, l’elettorato attivo e passivo nelle elezioni degli organi delle circoscrizioni comunali".
Finora le modifiche agli statuti comunali che prevedevano il diritto di voto per gli immigrati sono state sempre bocciate dal consiglio dei ministri, sia nella passata legislatura che in quella corrente. L’ultima volta è toccato a Perugia, La Spezia e Cesena. con la solita motivazione: su questa materia decide il Parlamento. Ora proprio deputati e senatori, che dovranno dare il via libera alla legge delega sulle autonomie locali, hanno l’occasone di passare, almeno per le elezioni circoscrizionali, la palla ai Comuni.
(30 gennaio 2007)
Elvio Pasca