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Ora di religione. Riccardi: “Non sovvertire la nostra storia”

Il ministro dell’Integrazione: “Gli studenti figli di immigrati sono per la maggior parte cristiani. Discipline come la storia, la geografia, la letteratura  sono per loro  natura interculturali”

 

Roma – 27 settembre 2012 – “Sono questioni da guelfi e ghibellini”. E’ quanto osserva il ministro per l’Integrazione Andrea  Riccardi, intervistato dalla ‘Stampa’ sull’ora di religione a scuola, dopo le proposte di modifica lanciate dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo.

“L’insegnamento della religione cattolica -ricorda il ministro –  e’ una disciplina incardinata nel vecchio e nel nuovo Concordato, che  si spiega con la particolare storia del nostro Paese e col legame di  tante famiglie e di tanti ragazzi con la fede cattolica”. Si tratta di “un insegnamento che incontra un vasto avvalimento da parte degli  studenti: lo hanno scelto 6.635.000 ragazzi pari all’89,8%;  oltretutto, l’attuale statuto ha mutato il precedente: prima di  parlava di esenzione, ora ci sono studenti che decidono di non  avvalersene”.

Quanto agli studenti immigrati, “la maggior parte sono cristiani ortodossi, più numerosi dei musulmani. Ci sono i rumeni, i russi, gli ucraini, i moldavi, e poi i figli di stranieri cattolici come i  latino-americani, i polacchi e gli africani; e naturalmente una  rilevante componente musulmana, per quanto composita”.

“Ma – avverte il ministro   non dobbiamo sovvertire l’architettura della nostra storia: ci sono  discipline come la storia, la geografia, la letteratura che per loro  natura sono interculturali e per il loro insegnamento dobbiamo  scommettere sulla sensibilità degli insegnanti e di tutti gli attori  sociali”.

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