in

Perseguita i vicini marocchini, divieto di dimora per una torinese

Il provvedimento del giudice dopo dieci mesi di insulti e angherie. La donna aveva anche spruzzato di profumo l’ingresso dell’appartamento, ora dovrà rispondere di atti persecutori aggravati dal razzismo

 

Torino – 14 novembre 2012 – Il razzismo costa caro a una signora torinese che per quasi un anno ha perseguitato i vicini di casa marocchini. Per ordine della magistratura dovrà lasciare il suo appartamento.

 

La polizia municipale ha notificato oggi alla signora un divieto di dimora emesso dal gip Luisa Ferracane su  richiesta del pm Francesco Saverio Pelosi che ha coordinato le indagini. Oltre a fare le valige, dovrà rispondere dell’accusa di atti persecutori con l’aggravante dell’odio razziale.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, per dieci mesi la donna ha preso di mira una famiglia marocchina con due bambini che viveva nel suo stesso stabile non limitandosi a bersagliarne i componenti con insulti e commenti razzisti. Li avrebbe infatti anche svegliati durante la notte e sarebbe arrivata a irrorare di profumo anche il ballatoio dal quale si accede alla loro casa.

A fare le spese di questo comportamento il figlio maggiore della coppia, che ha appena cinque anni e per il trauma subito è adesso seguito da uno psicologo.  Per  sfuggire alle angherie la famiglia di immigrati aveva abbandonato l’appartamento, di cui è proprietaria, per trasferirsi in un alloggio in affitto.

Secondo l’ultimo Dossier Statistico di Caritas Migrantes,  nel 2011 il 6,3% dei casi di razzismo segnalati all’ Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali aveva come contesto la casa. In questi casi, oltre la metà delle condotte discriminatorie (52,3%) riguardavano i conflitti tra condomini e vicini, seguite da quelle relative alle condizioni di affitto (29,5%).

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

“Il ruolo degli immigrati nel mercato del lavoro italiano” (Roma, 19 novembre 2012)

L’Europa dell’integrazione. Modelli a confronto (Perugia, 19 novembre 2012)