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Cie. I penalisti: “Vanno eliminati. Immigrati in gabbia come bestie negli zoo”

Il presidente dell’UCPI: “Pena peggiore della detenzione in carcere. Diciotto mesi lì dentro sono troppi, una follia”

Roma – 15 novembre 2012 – I centri di identificazione ed espulsione  sono “una bruttura da eliminare”.

Lo ha ribadito Valerio Spigarelli, presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane, ospite dei Dibattiti Adnkronos. Una posizione  che segue di pochi giorni la visita di una delegazione dell’Ucpi presso il Cie di Gradisca.

“Quello che ho visto li’ non l’ho visto in molte carceri. L’immagine e’ quella dello zoo di Roma, dove ci sono le tigri in gabbia e poi hanno a disposizione un giardinetto di cemento dove possono stare un po’ a prendere il sole. Non so se altri Cie siano nelle medesime condizioni,ma e’ semplicemente una bruttura da eliminare”.

“Io mi rendo conto -aggiunge Spigarelli- che c’e’ un problema di controllo degli immigrati clandestini, però quella e’ una pena piu’afflittiva della pena detentiva. Siccome non e’ detenzione, non ci sono neppure i benefici della detenzione. In carcere, se ti comporti bene, hai perlomeno la speranza di avere la liberazione anticipata. Che tu ti comporti bene o male, non cambia nulla, rimani li’ fino a 18 mesi”.

“Il controllo –conclude il presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane  – deve essere fatto rispettando i diritti umani e soprattutto facendo in modo che non si sconti una pena iperafflittiva senza aver commesso reati. E 18 mesi sono troppi, sono una follia”.

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