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Nuovi italiani in Parlamento. Ce la fanno solo Kyenge e Chaouki

I due esponenti del Partito Democratico siederanno alla Camera dei Deputati: “Ci batteremo per diritti e cittadinanza”. Non eletti gli altri candidati di origine straniera

Roma – 26 febbraio 2013 – Nella corsa dei nuovi italiani al Parlamento,  solo due di loro sono riusciti a tagliare il traguardo. Cécile Kyenge Kashetu e Khalid Choauki, un’immigrata e un figlio di immigrati, entrano alla Camera dei Deputati nelle fila del Pd.

Cecile Kyenge Kashetu“È una responsabilità importante, dovremo portare l’attenzione sui valori che abbiamo condiviso nel Forum immigrazione del partito. Questa non è la vittoria mia o di Chaouki, è la vittoria di tutto un gruppo che ha lavorato per portare le sue idee Parlamento” dice a Stranieriinitalia.it Kyenge Kashetu, medico oculista di origini congolesi eletto in Emilia-Romagna, già consigliere provinciale a Modena.

“Queste elezioni – ammette  la neodeputata- sono una sorpresa, ci vorrà ancora tempo per sconfiggere il berlusconismo. Forti della nostra doppia identità, dobbiamo però combattere per una partecipazione politica piena e per rafforzare un concetto di cittadinanza forte, che rispetti i diritti di tutti, italiani e stranieri”.

Khalid ChaoukiKhalid Chaouki, giornalista e responsabile Nuovi Italiani del Pd,  nato a Casablanca e cresciuto in Emilia, è risultato il primo dei non eletti nella circoscrizione Campania 2, ma arriverà comunque a Montecitorio perché il capolista Enrico Letta ha optato per l’elezione nelle Marche.  L’obiettivo principale? “Ora dobbiamo portare a casa la riforma della cittadinanza, chi nasce o cresce in Italia è italiano. Dobbiamo dare una prova di responsabilità a un milione di figli di immigrati che aspettano da troppo tempo” dice.

Era la prima riforma annunciata da Bersani, ma il Partito Democratico non ha una conquistato la maggioranza che si aspettava. “In Parlamento – ribatte Chaouki – bisognerà trovare la massima convergenza tra le forze politiche, che sono chiamate a rendere realtà un diritto sentito già dalla maggior parte degli italiani. Rimane uno dei punti principali della nostra agenda, sono convinto che ci riusciremo”.

È una battaglia che i suoi compagni di partito Nona Evghenie e Fernando Biague  non seguiranno da Montecitorio. I voti raccolti dal Pd in queste elezioni non sono infatti bastati ad eleggere la consigliera comunale padovana di origini romene e lo psicologo altoatesino nato in Guinea Bissau, che erano in lista ma non in posizioni “blindate”.

Occasione sfumata anche per i candidati di origine straniera (alcuni dei quali oggettivamente in posizioni “impossibili”) che altre forze politiche volevano portare in Parlamento. Dalla giovane Kaoutar Badrane, avvocato di origine marocchine candidata in veneto da Futuro e Libertà per l’Italia a Rania Ibrahim, blogger milanese di origine egiziana che correva per la lista Monti in Lombardia.

Neanche Sinistra Ecologia Libertà è riuscita a portare nuovi italiani in Parlamento. Niente da fare, quindi, per Mercedes Frias, origini dominicane, già parlamentare durante l’ultimo governo Prodi, nè per la mediatrice culturale Farhia  Aidid Aden, nata in Somalia.

Pape DiawLe urne bocciano pure Pape Diaw, militante antirazzista, leader della comunità senegalese fiorentina che le alchimie delle candidature hanno voluto capolista di Sel in Veneto. “Ho imparato molte cose  – scrive oggi su Facebook – durante questa esperienza. Ho perso le elezioni, ma ho guadagnato tante amicizie. Il popolo ha scelto, serve silenzio per comprendere. Ritorno a fare quello che ho sempre fatto, la difesa dei più deboli. Grazie ancora a tutti. Tanti auguri ai vincitori, e buon lavoro…”

Elvio Pasca
 

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