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Consiglieri aggiunti anche nel nuovo Statuto di Roma Capitale

La “costituzione” appena approvata in Campidoglio salva i rappresentanti degli immigrati che vivono, lavorano o studiano nella città eterna. Saranno quattro o cinque (se scatta la "quota rosa"), elezioni entro la fine dell’anno

Roma – 11 marzo 2013 – Roma Capitale rinnova il suo Statuto, ma non rinuncia ai consiglieri aggiunti.

Anche nel prossimo consiglio comunale, così come in quelli dei municipi, siederanno i rappresentanti degli immigrati che vivono, studiano o lavorano nella Città Eterna. Senza diritto di voto, certo, perché per quello servirebbe una legge nazionale, ma con la possibilità di intervenire su tutti gli argomenti all’ordine del giorno e proporre deliberazioni, in assemblea e nelle commissioni.

Il nuovo statuto di Roma Capitale è stato approvato alla fine della scorsa settimana. Tra le altre cose, spiega una nota del Campidoglio, prevede “la diminuzione dei consiglieri da 60 a 48, dei Municipi da 19 a 15, la ridefinizione dei rimborsi, quote rosa in Giunta, una procedura d'urgenza anti-ostruzionismo per l'approvazione dei provvedimenti fondamentali”.

La dieta imposta ai consiglieri italiani non tocca però i consiglieri aggiunti. Saranno quattro o cinque, in modo da garantire le pari opportunità: se i primi quattro eletti sono dello stesso sesso, scatta un seggio in più per il candidato dell’altro sesso più votato.
Le elezioni, spiega l’articolo 20 dello Statuto, si tengono “per ogni mandato, successivamente a quelle per il rinnovo degli organi di Roma Capitale, e comunque, entro lo stesso anno solare”. Gli eletti restano in carica “sino al termine del mandato dell’Assemblea capitolina cui partecipano”.

Entro la fine di quest’anno, quindi, dopo le elezioni comunali del 26 e 27 maggio, anche gli immigrati a Roma torneranno alle urne. Potranno farlo tutti gli “”stranieri che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età, legittimamente presenti nel territorio nazionale e residenti a Roma o ivi aventi il  domicilio per ragioni di studio o di lavoro”.

Verranno così eletti i successori di Madisson Bladimir Godoy Sanchez, Victor Emeka Okeadu, Romulo Salvador Sabio e Tetyana Kuzyk, attuali consiglieri aggiunti che, di proroga in proroga, hanno accumulato un record di permanenza invidiato da molti colleghi italiani. Siedono infatti in Campidoglio da ben sette anni.

Eletti nel 2006, avrebbero dovuto tornare a casa nel 2008, e invece vennero prorogati al 2011. Merito di una delibera proposta da loro stessi, secondo la quale, non essendo consiglieri “normali” dovevano durare cinque anni indipendentemente  della fortuna dell’amministrazione con cui erano stati eletti. E nel 2011? Nuova delibera e nuova proroga, stavolta fino alle prossime elezioni comunali.

“È molto importante che il nuovo Statuto abbia confermato le figure dei consiglieri aggiunti” racconta Romulo Salvador Sabio, consigliere aggiunto di origine filippina. “In attesa del diritto di voto amministrativo, questo è il miglior mezzo di rappresentanza che abbiamo, non possiamo rinunciarci”.  Con oltre 2 mila preferenze, è stato il più votato alle elezioni del 2006. Ci riproverà anche quest’anno? “Ancora non lo so, devo sentire che ne pensa la comunità…”

Elvio Pasca
 

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