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Grasso: “Cittadinanza a chi lavora in Italia”

Il presidente del Senato: “Impensabile che chi dà il suo apporto a un Paese non abbia questo diritto”. La visita alla miniera di Marcinelle, dove morirono migranti 136 italiani

Roma – 18 settembre 2013 -"E' impensabile che si dia un apporto lavorativo a un Paese e non si abbia un diritto di cittadinanza di quel Paese".

È la riflessione fatta dal presidente del Senato, Pietro Grasso, al termine della visita al Memoriale della miniera Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio. "Chi si integra in un Paese – ha aggiunto – deve poter ottenere quei diritti che vengono da questa integrazione".

L'8 agosto 1956 morirono a Marcinelle 262 minatori, 136 dei quali italiani. I superstiti furono solo tredici. In quegli anni molti partivano dall’Italia per andare a lavorare in miniera in Belgio. La penuria di manodopera aveva spinto le autorità di Bruxelles a stipulare un patto con l’Italia che prevedeva la fornitura di carbone in cambio di lavoratori.

Questa estate, nell’anniversario della tragedia,  il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto che “deve costituire potente richiamo ad una riflessione ancora attuale sui temi della piena integrazione degli immigrati così come su quelli della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il concreto accoglimento di queste istanze umane e civili e la piena affermazione di questi diritti fondamentali debbono essere perseguiti con la massima attenzione dalle istituzioni e da tutte le forze sociali".
 

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