Rapporto del Consiglio d’Europa: “Immigrati, rom e musulmani come capri espiatori. Crescono i partiti xenofobi. Aumenta l’incitazione all’odio sul web, e si trasforma in violenza”
Roma -25 ottobre 2013 – Per combattere razzismo e intolleranza, “i paesi europei devono fare i conti con la loro identità multiculturale e riconoscere il ruolo importante dell’immigrazione nell’economia”.
Lo scrive l’ European Commission against Racism and Intolerance (ECRI), organismo indipendente del Consiglio d’Europa che oggi ha pubblicato il suo Rapporto Annuale. Un bilancio tutt’altro che incoraggiante sulla situazione delle minoranze nel Vecchio Continente.
La grave instabilità finanziaria, segnala l’ECRI, spinge la gente a cercare facili capri espiatori e la rende più aperta a ideologie estremiste. “Vengono a galla retoriche nazionaliste, risentimenti e pregiudizi”. Bersagli principali sono immigrati e rom. I musulmani vengono visti come una minaccia all’identità nazionale.
In questo contesto, “i partiti xenofobi hanno attratto un supporto crescente e sono entrati nei Parlamenti di diversi Paesi europei. Alcuni hanno un programma apertamente neonazista, che promuove azioni o violenze razziste, in particolare contro immigrati, rom ed ebrei”. L’ECRI richiama esplicitamente il caso della Grecia, con la minaccia rappresentata da Alba Dorata.
Nel rapporto si parla anche degli sbarchi di migranti e richiedenti asilo e delle tragedie del mare. “In alcuni Paesi l’accesso all’asilo è ancora difficoltoso e limitato, in altri condizioni di accoglienza inaccettabili e tagli all’assistenza hanno portato allo scoppio di disordini”. Altro fronte caldo è quello degli apolidi, 700 mila persona in Europa, vittime di discriminazioni sulla base della cittadinanza.
C’è poi un aumento preoccupante dei casi di incitamento all’odio (hate speech) online e i messaggi razzisti si spargono ulteriormente man mano che sui siti web diventano disponibili piattaforme per inserire commenti. Il problema è che non ci si ferma alle parole: “Si può tracciare un parallelo – denuncia il rapporto – tra un uso intensivo di internet da parte di gruppi estremisti e l’aumento di violenze razziste”.
L’Ecri è “profondamente preoccupata” per l’estremismo dell’’ultradestra, compresi quello dei movimenti che si autoproclamano antimusulmani. Allo stesso tempo ci sono segnali che sta crescendo il radicalismo islamico. A ciò si aggiungono un aumento delle violenze antisemite e una “persistente venerazione dei simboli e dell’ideologia fascista”.
I rom, accusa ancora il rapporto, subiscono una pervasiva intolleranza e discriminazione in tutti gli aspetti della vita. Ci sono ostacoli per l’accesso all’istruzione dei bambini, in alcuni casi c’è segregazione nelle scuole. Bisogna rafforzare le misure di inclusione previste dall’Ue, ma l’ECRI è realista: “Solo un adeguato finanziamento dai bilanci nazionale e dai fondi europei porterà a risultati positivi”.
La paura dell’Islam “continua ad essere alimentata e manipolata: per esempio è cresciuto l’allarme che l’aumento della popolazione musulmana possa portare all’introduzione della Sharia”. L’ECRI chiede agli Stati di dialogare con i rappresentanti delle comunità musulmane, di incoraggiare un dibattito sulle responsabilità dei media per evitare il perpetuarsi dei pregiudizi e di favorire il dialogo interreligioso.
Nel rapporto si parla anche del razzismo nello sport, che continua a manifestarsi “nonostante gli sforzi di governi, istituzioni sportive e terzi settore”. È una piaga che colpisce soprattutto il calcio. L’ECRI incoraggia federazioni, squadre e associazioni dei tifosi “a sviluppare un’ autoregolamentazione contro razzismo e xenofobia e codici di condotta che colpiscano anche il comportamento dei fan”.
Combating racism and intolerance can only be effective if the message filters down to society in general. Awareness-raising and a communication strategy are, therefore, essential”, said ECRI Chair Eva Smith.
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ANNUAL REPORT ON ECRI’S ACTIVITIES covering the period from 1 January to 31 December 2012
Elvio Pasca