"In un’era dove la speranza è sempre sepolta sotto la superficialità, io canto forte: C’è speranza! Ma se non si agisce, nulla arriva dal cielo"
Roma – 18 ottobre 2013 – "Nella vita bisogna avere il coraggio di rifiutare le proposte che vanno contro i propri principi morali e lavorare duramente per raggiungere gli obiettivi fissati", dice Ntumba Marie Thérèse Kabutakapua, in arte MariTè.
Nata a Roma nel 1984 da genitori Congolesi, MariTè è una cantante soul e afro-pop. Chitarrista autodidatta, MariTè viene spesso definita un talento allo stato grezzo.
MariTè ha vinto il primo premio al concorso La Bella e La Voce 2013, sezione voce.
Nella seguente intervista entriamo nel mondo di MariTè per conoscere la sua musica e scoprire cosa pensa della società Italiana e il legame che ha con la Repubblica Democratica del Congo, il paese di origine dei suoi.
MariTè, cominciamo con la tua musica. Che tipo di musica suoni?
"Il nostro genere musicale è un misto tra soul e musiche africane, direi Afro-Soul".
I tuoi sono Congolesi, provenienti dal paese che ha esportato la Rumba in tanti paesi Africani. Suoni anche questo tipo di musica?
"Si, i miei genitori sono Congolesi. Come ti dicevo nella mia musica c’è molta influenza della mia terra d’origine, ma non posso definirla Rumba. Al momento mi sto avvicinando al Gospel, infatti dirigo un coro di 30 elementi vocali qui a Velletri, e ho ripreso una mia vecchia passione l’R&B ma sempre con influenze Africane…"
Quali sono i messaggi che cerchi di comunicare attraverso la tua musica?
Nei miei testi parlo molto di me e di quello che mi circonda, di quelle che sono state le mie esperienze di vita. Ma soprattutto in un’era dove la speranza è sempre sepolta sotto la superficialità, io canto forte – c’è speranza! I giovani non devono e non possono abbattersi, siamo noi che creiamo il nostro futuro e per far si che sia migliore, dobbiamo rimboccarci le maniche. La speranza dev’essere accompagnata dalle azioni! Nulla arriva dal cielo.
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