Prevede “forme di agevolazione” per le domande di ingresso e soggiorno per ricerca, studio o avvio di start-up innovative. Ma i ministeri degli Esteri, dell’Interno e del Lavoro dovranno prima inventarle
Roma – 25 febbraio 2014 – È stato convertito in legge dal Parlamento ed è arrivato venerdì scorso in Gazzetta ufficiale il decreto “Destinazione Italia”. Tra le altre cose, vorrebbe attrarre e far rimanere nel nostro Paese talenti e investitori stranieri, anche semplificando e sveltendo le procedure per i visti d’ingresso e per i permessi di soggiorno.
L’articolo 5 dice che i ministeri degli Esteri, dell’Interno e del Lavoro, dovranno individuare “forme di agevolazione nella trattazione delle domande di visto di ingresso e di permesso di soggiorno connesse con start-up innovative, con iniziative d'investimento, di formazione avanzata, di ricerca o di mecenatismo, da realizzare anche in partenariato con imprese,università, enti di ricerca ed altri soggetti pubblici o privati italiani”.
È una misura, conviene sottolinearlo, a scoppio ritardato. Finchè quei tre ministeri non si muoveranno e, soprattutto, finchè le soluzioni trovate non diventeranno operative, non cambierà nulla rispetto a oggi. Con il nuovo governo, toccherà a Federica Mogherini, Angelino Alfano e Giuliano Poletti darsi una mossa.
Ci sono poi norme immediatamente operative, introdotte dal decreto Destinazione Italia modificando il Testo unico sull’immigrazione.
Tra queste, ed è una novità inserita nel testo durante l’esame in Parlamento, c’è l’esenzione dal test di italiano per i rilascio del permesso di soggiorno CE rilasciato per lo svolgimento di attività di ricerca. Oppure che anche gli studenti stranieri che hanno conseguito in Italia un master di primo livello (finora doveva essere di secondo livello) possono iscriversi per un anno alle liste di collocamento e, se intanto trovano un’occupazione, avere un permesso per lavoro.
Viene anche abolito il tetto massimo per visti d’ingresso e permessi di soggiorno destinati a studenti stranieri residenti all’estero che si iscrivono a università italiane. Non se ne accorgerà nessuno: i nostri atenei non hanno mai richiamato dall’estero così tanti stranieri da sforare il tetto fissato dal governo.
Elvio Pasca