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Vaticano: “Garantire a rifugiati e migranti canali di ingresso legali”

L’ambasciatore all’Onu: “L’Europa coordini l’accoglienza, anche perché ha bisogno di manodopera e di un rafforzamento demografico”

Ginevra – 21 agosto 2014 – “C’è il rischio di assuefarsi alle notizie di questi barconi che trascinano sottacqua individui e famiglie con bambini che avevano investito tutto per cercare una vita decente.  Gran parte di loro sono rifugiati che hanno diritto di asilo, ad un’accoglienza che deve essere coordinata con l’Unione Europea. La solidarietà non può essere solo una teoria”.

Lo dice mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra.

Intervistato da Radio Vaticana, Tomasi sottolinea anche “l’evidenza della necessità di mano d’opera e di rafforzamento demografico che i paesi europei hanno per mantenere un’economia efficace e influenza politica. Fare degli emigrati il capro espiatorio di frustrazioni sociali e strumentalizzarli per obiettivi elettorali diventa una strategia, un meccanismo poco onesto che favorisce la paura dell’altro e il pregiudizio. Il risultato è la riduzione dell’immigrato a persona di seconda classe”.

“Ci si focalizza – sottolinea il rappresentante della Santa Sede – sulla funzione economica dell’immigrato senza dare priorità al fatto che è una persona con un volto, un sorriso, delle aspirazioni come ogni altro essere umano. La lettura sbagliata del fenomeno migrazioni porta a delle politiche amministrative che forzano le persone in cerca di rifugio a percorrere strade pericolose per raggiungere sopravvivenza e un minimo di benessere”.

Provvedere canali legali per l’arrivo di rifugiati e migranti indispensabili per l’economia dei paesi sviluppati e l’applicazione dei diritti umani sono misure che possono migliorare subito la governance delle migrazioni” aggiunge Tomasi. “La risposta ai tentativi disperati di tante persone forzate a lasciare la loro terra non è un’ulteriore rafforzamento dei controlli o addirittura la militarizzazione dei confini, politiche che spingono i migranti a muoversi su cammini più pericolosi o ad affidarsi a mercanti di carne umana”.
 

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