L'associazione dei datori di lavoro domestico d'accordo con la proposta del governo. “Va incontro alle esigenze di entrambe le parti”
Roma – 13 ottobre 2014 – Il Tfr in busta paga? Per ora è solo una proposta e bisognerà vedere come il governo intende realizzarla. Intanto però incassa l'appoggio dei datori di lavoro domestico.
“L’Assindatcolf è assolutamente favorevole alla liquidazione annuale del TFR, sempre che sia il lavoratore a richiederla” dice Andrea Zini, vicepresidente dell'associazione. “Tra l'altro – spiega – tale pratica è già in atto in molti casi”, perchè viene incontro alle esigenze di colf, badanti e babysitter, ma semplifica anche la vita alle famiglie.
Sono molti i motivi che spingono lavoratrici e lavoratori a chiedere il proprio TFR. L'assindatcolf cita, per esempio, la necessità di avere la massima disponibilità di denaro; alla mancanza di fiducia, da parte del lavoratore, nella solvibilità del datore di lavoro, soprattutto se la famiglia ha esigenza di assistere anziani non autosufficienti.
D'altra parte, il datore di lavoro, in questo modo, non cumula debiti. “Spesso, infatti, – chiarisce il vicepresidente dell’associazione – le famiglie propendono per la liquidazione annuale del TFR, utilizzando sostanzialmente un sistema coerente col bilancio del nucleo familiare, basato sul principio di cassa, in modo da non dovere creare fondi e/o dovere gestire accantonamenti di denaro liquido”.
Dal momento che il datore di lavoro domestico non è sostituto d'imposta, al lavoratore arriva l'importo lordo del Tfr, su cui poi dovrà pagare le tasse. “In ogni caso – conclude Zini – l’Assindatcolf ribadisce che la strada della corresponsione annuale del TFR è percorribile a patto che sia il lavoratore stesso ad avanzare tale richiesta”.