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Idoneità alloggiativa a 350 €? Il giudice: “No, è una discriminazione”

La stangata penalizza gli stranieri e non è giustificata dai costi sostenuti per i controlli. Dopo il Comune di Bolgare, il tribunale di Bergamo ferma anche Telgate

 

 

Bergamo – 3 settembre 2015 – Si possono far pagare a un immigrato 350 euro per un certificato dove c’è scritto che la sua casa è abitabile? No. Lo dicono il buon senso e, ancora una volta, le sentenze dei tribunali. 

L’anno scorso  il tribunale di Bergamo  aveva già bocciato come discriminatoria la scelta del Comune di Bolgare di portare alle stelle il prezzo del certificato di idoneità alloggiativa. Si tratta di un documento indispensabile per i cittadini stranieri che, ad esempio, chiedono un ricongiungimento familiare o la carta di soggiorno.

Intanto, però, altre giunte comunali a maggioranza leghista  hanno seguito l’esempio di Bolgare. A cominciare da quella della vicinissima (3 chilometri) Telgate, che con una delibera fotocopia ha portato il costo del certificato a 350 euro. Un brutto film già visto, di cui si poteva facilmente intuire il finale. 

Dieci cittadini stranieri residenti a Telgate, assistiti dagli avvocati  Giorgio Basaldella e Gianpaolo Bestetti, hanno infatti presentato ricorso. Due settimane fa lo stesso tribunale di Bergamo, tra l’altro richiamando la precedente sentenza, ha dato loro ragione. Qui la nuova sentenza. 

Il giudice ha (ri)spiegato che la delibera di Telgate è discriminatoria, perché penalizza gli stranieri molto più degli italiani. Né l’aumento può essere giustificato dai costi sostenuti per gli accertamenti, poiché questi vengono fatti da dipendenti che comunque il Comune dovrebbe pagare e sulla cui retribuzione non influisce il numero di idoneità alloggiative rilasciate. 

Il tribunale ha quindi ordinato al Comune di riportare il costo del certificato di idoneità alloggiativa a 100 euro, cioè alla tariffa precedente la delibera discriminatoria Inoltre, dovrà risarcire i 250 euro di differenza ai cittadini stranieri che hanno fatto ricorso e, a richiesta, a tutti gli altri che intanto hanno pagato ingiustamente di più. 

E gli altri Comuni che hanno seguito quel cattivo esempio? Se non fanno marcia indietro da soli, verranno probabilmente fermati dai giudici. L’associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione li ha già tutti diffidati e annuncia che “verranno a breve proposte nuove azioni di contrasto delle discriminazioni che colpiscono dei cittadini stranieri”.

Chissà che, intanto, non batta un colpo il governo, a cui il Parlamento ha già chiesto di fissare una tariffa massima e valida in tutta Italia per il certificato di idoneità alloggiativa. Aiuterebbe le giunte  leghiste a non cadere in tentazione ed eviterebbe altre noiose repliche. 

 

Stranieriinitalia.it

 

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