A.S.G.I., Lunaria, Laboratorio 53 e Yo Migro chiedono di costituirsi parte civile insieme a richiedenti asilo e giovani stranieri. “Oltre ai criminali che lucravano, c’era una Pubblica Amministrazione inadeguata nella gestione dell’accoglienza”
Roma – 4 novembre 2015 – Inizierà domani il processo penale contro “Mafia Capitale”, l’organizzazione criminale che secondo gli inquirenti, forte di agganci con la politica e soprattutto con alcuni esponenti dell’amministrazione di Roma, oppure attraverso forme di intimidazione mafiosa, è riuscita a pilotare appalti pubblici e affidamenti anche nei settori dell’immigrazione, dell’accoglienza dei profughi e dei minori non accompagnati o della gestione dei campi rom.
Quell’indagine ha scoperchiato i lati oscuri del cosiddetto “business dell’immigrazione”. Storture delle quali hanno però fatto spesso le spese gli immigrati stessi e quanti accanto a loro lavorano onestamente. È per questo che durante la prima udienza chiederanno di costituirsi come “parte civile”, cioè come soggetti danneggiati dal reato, singoli richiedenti asilo e giovani cittadini stranieri, ma anche le associazioni A.S.G.I., Lunaria, Laboratorio 53 e Yo Migro.
La memoria presentata dalle quattro associazioni offre alcuni elementi di approfondimento sul sistema di rendicontazione dei costi sostenuti dalle cooperative che gestiscono l’accoglienza dei migranti, sulla tipologia e sulla qualità dei servizi resi nelle strutture di accoglienza per migranti; sullo svolgimento degli accertamenti dell’età dei minori stranieri non accompagnati e dei richiedenti asilo nel Comune di Roma e sulla predisposizione – sempre in via emergenziale – dei cosiddetti “campi nomadi” nella Capitale.
“La costituzione di parte civile – spiegano le associazioni in una nota – mira a dimostrare come una gestione illecita del sistema di accoglienza causi un danno non solo ai singoli cittadini stranieri, destinatari di servizi di bassissima qualità, ma anche a quelle associazioni che da sempre tutelano i diritti dei migranti, dei cittadini Rom e dei richiedenti asilo e all’intera comunità.”
Con la costituzione di parte civile si chiede inoltre di “valutare se la responsabilità economica dei danni causati ai singoli e alla collettività sia riportabile esclusivamente ai singoli responsabili delle condotte penalmente rilevanti oppure sia anche riconducibile a quella parte della pubblica amministrazione che, seppure non penalmente responsabile, ha dimostrato di non essere in grado di gestire il bene pubblico in maniera adeguata”.