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Hotspot galleggianti, l’Italia vuole fare le identificazioni in mare

La proposta già presentata alla Commissione Europea. Alfano: “Così nessuno potrà scappare”. “Niente muro, evitata la crisi con l’Austria”

Roma – 29 aprile 2016 – Il governo italiano vuole hotspot galleggianti, al largo delle nostre coste, per identificare chi tenta di raggiungerle ancora prima dell’approdo. 

Il progetto era già stato presentato due giorni fa a Catania da Angelino Alfano al commissario europeo all’immigrazione Avramopoulos, in occasione dell’apertura in Sicilia di una sede regionale della Task force europea alla quale partecipano Frontex, EASO, Europol e Eurojust. 

“Prevediamo l’uso delle nostre navi in mare – aveva spiegato il ministro dell’Interno –  anche per il fotosegnalamento, in modo che nessuno possa scappare. Si tratterà di una sorta di hotspot sul mare che potrà essere rappresentato da una o più navi. La consideriamo una buona proposta per ridurre l’impatto dei migranti a terra e rendere più efficiente il sistema”.

Ieri Alfano è tornato sull’argomento dopo l’incontro al Viminale sul caso Brennero con l’omologo austriaco Wolfgang Sobotka. In conferenza stampa ha ribadito la necessità che si prevedano controlli già in mare, attraverso l’uso di navi “hotspot galleggianti”, per fare una prima scrematura dei migranti che giungono dal Mediterraneo e per una loro più efficace identificazione. 

Inoltre, il ministro ha detto di immaginare ”centri sul territorio appositamente creati per distinguere e dividere chi ha diritto all’ospitalità, in quanto rifugiato o profugo, e chi no. L’Italia, per venire incontro al piano europeo sulla immigrazione, sta pensando alla creazione di “hotspot di secondo livello” che si andranno ad affiancare alle strutture di accoglienza e di identificazione già in funzione nel nostro Paese”.

I controlli al Brennero

Intanto, Alfano abbassa i toni sul caso Brenneroa. “La preoccupazione austriaca è che arrivino tanti profughi dalla Libia, la nostra posizione è che noi oggi stiamo gestendo con grande efficienza la frontiera marittima e non prevediamo che alla frontiera del Brennero ci siano rischi. Abbiamo evitato fino a ora l’esplosione di una crisi e la chiusura del passo del Brennero”. 

“È una decisione definitiva? No. –ha ammesso il ministro – Starà anche a noi evitare che l’Austria decida la chiusura. Starà a noi e alla nostra efficienza evitare che ci sia quella crisi e sarà di parte austriaca la responsabilità di essere ragionevoli. Un blocco farebbe un enorme danno al turismo italiano e austriaco, al nostro import-export e al transito delle persone per ragioni di lavoro”.

E la barriera progettata da Vienna? “Il ministro austriaco ci ha detto che nessun muro sarà edificato. Ci sono delle attività preparatorie, ma dimostreremo che quelli dell’Austria sono soldi sprecati, e l’Italia non si fa certo spaventare da un gabbiotto”.

Di incursioni della polizia austriaca in Italia non se ne parla, ma la polizia italiana rafforzerà la presenza (e i controlli) su strade e binari che portano al Brennero, anche con l’aiuto dei militari.  “Vogliamo salvaguardare il diritto di circolazione in Europa – ha ribadito Alfano – che deve essere libera, e io dico anche sicura”.

 

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