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Le unioni civili per gli immigrati? Anche permessi di soggiorno e cittadinanza

Per gli stranieri in Italia il riconoscimento delle coppie omosessuali ha conseguenze pratiche importanti. Dal diritto a vivere qui accanto al partner fino alla possibilità di diventare italiani

Roma – 9 maggio 2016 –  Se tutto andrà come previsto, entro questa settimana l’Italia avrà una legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Una novità significativa anche per centinaia di migliaia di immigrati omosessuali, che vedranno riconosciute dallo Stato le loro unioni con qualche conseguenza pratica in più rispetto agli italiani. 

Il testo sul quale il governo metterà la fiducia alla Camera, equipara per molti versi l’unione civile al matrimonio. In particolare, dice che “le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”.

Questo vale necessariamente anche per le leggi sull’immigrazione e sulla cittadinanza. Dove oggi queste parlano di “coniuge”, “moglie”, “marito”, “sposo”, “sposa” e così via, da domani andranno intese come se parlassero anche dell’altra metà dell’unione civile. 

Consideriamo, ad esempio, uno straniero regolarmente residente in Italia. Se si unisce civilmente a un altro straniero, quest’ultimo potrà chiedere un permesso di soggiorno per motivi familiari. Oppure, se un immigrato è già sposato o unito civilmente all’estero, quell’unione omosessuale dovrà essere riconosciuta anche in Italia e quindi potrà aprire la porta al ricongiungimento familiare con il suo partner. 

Novità importanti anche per le unioni civili  “miste”, con una  metà italiana e una metà straniera. Quest’ultima potrà infatti subito avere una carta di soggiorno per familiare di cittadino Ue, che le consentirà di vivere regolarmente in Italia accanto al suo partner. Inoltre, dopo due anni, potrà chiedere la cittadinanza italiana, così come avviene oggi per gli eterosessuali uniti in matrimonio. 

EP

 

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