#MusulmanDiscret e #MuslimFuté, l’ironia di Twitter dopo il consiglio di un politico francese. “Macchè velo? Ho la testa gelata”
Parigi – 18 agosto 2016 – “Il consiglio che do ai musulmani in questo momento difficile è la discrezione. Devono poter praticare il loro culto in tutta libertà. Ma devono anche comprendere che, nello spazio pubblico dove si definisce l’interesse generale, tutti i cittadini devono fare lo sforzo di usare il diritto naturale”.
Parole di Jean-Pierre Chevènement, ex ministro dell’Interno francese che François Hollande vuole alla guida della Fondation pour l’Islam de France, organismo che, tra le altre cose, si occuperà della formazione degli imam. Quell’invito a essere “musulmani discreti”, ha suscitato diverse polemiche, ma ha anche scatenato l’ironia suTwitter, dove tanti, con gli hashtag #MusulmanDiscret e #MuslimFuté, hanno immaginato come tradurlo in realtà.
Abbondano i consigli gastronomici. “Non dite più ho mangiato il cous cous, ma ho mangiato semolino e ratatouille”. “Non dite che non bevete alcool, dite ‘devo guidare’”. C’è chi vuole ribattezzare il the alla menta come “Mojito senza ghiaccio” chi invece spiega: “Il maiale? Non si addice alla mia dieta proteico-glicidica senza glutine”.
Quando è il momento di pregare ci si può giustificare dicendo: “Pratico lo yoga più volte al giorno”. Se invece si viene colti sul fatto: “Non sto pregando, annuso la moquette” o “Cerco le lenti a contatto”. Quel tappetino di preghiera in casa? “Sono un fan di Aladino”. E attenzione: non si va in moschea, ma in “gita d’istruzione in un edificio di architettura ottomana”.
Si può essere musulmani discreti in tantissime altre situazioni. Quindi in viaggio non si va alla Mecca, ma “vicino Dubai”, e non si torna in patria, ma “si va a visitare una ex colonia” . Quanto al look: “Hijab? No, è solo che ho un po’ di freddo in testa”, la barba è solo un “prolungamento capillare facciale”, e “non dite mai che usate il burkini, ma che fate immersioni subacquee”.
EP