Gli enti che gestiscono i centri non vengono pagati da mesi, Confcooperative: “Siamo al collasso”. Alfano: “Aspettiamo i soldi dal ministero dell’Economia”
Roma – 27 settembre 2016 – Ventimila persone entro qualche settimana si potrebbero trovare per strada, senza pasti e senza un posto dove dormire. Sono profughi accolti finora nelle strutture di accoglienza temporanea gestite da cooperative, onlus e società che hanno risposto alla chiamata delle prefetture, ma che non vengono pagate da tempo e quindi non possono più garantire il servizio.
L’allarme arriva dal ministero dell’Interno, che ormai su questo fronte ha i conti in rosso. Al debito di 200 milioni di euro verso gli enti che si porta dietro dallo scorso anno, si aggiungono i 990 milioni di euro previsti per il 2016 e nonostante i solleciti del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, per ora dal ministero dell’Economia e delle Finanze sono arrivati solo 50 milioni.
“Occorre rimpinguare le risorse per pagare i nostri creditori” ha confermato il ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Io non sono un centro autonomo di spesa. Paghiamo se arrivano i soldi dal Mef. Quando il Mef darà i soldi pagheremo, se non li dà non posso pagare. Noi siamo un bypass”.
La situazione, per chi garantisce l’accoglienza, è ogni giorno più difficile. ”Non ci sono mai stati ritardi così eclatanti e oltre al rischio altissimo di non poter più provvedere all’assistenza, c’è anche un problema legato all’occupazione” denuncia Giuseppe Guerini, il presidente di Confcooperative. “Da oltre sei mesi i dipendenti non ricevono lo stipendio, siamo al collasso”.
Ad oggi sono circa 160 mila le persone presenti nelle diverse strutture di accoglienza. Di queste, poco più di 20 mila sono nello Sprar, gestito dai Comuni, circa 15 mila negli hotspot o nei centri di prima accoglienza e quasi 125 mila nelle strutture temporanee.