Bergoglio firma il manifesto “Bambini d’Italia” del Sermig per la riforma della cittadinanza. “Ameranno di più la terra dove sono nati. Non cresceranno sentendosi diversi ed esclusi…”
Roma – 27 febbraio 2017 – “Tutti i bambini che nascono e vanno a scuola in Italia sono italiani”. Firmato papa Francesco. Fosse per lui, quindi, la riforma della cittadinanza per le seconde generazioni sarebbe già legge.
“Bambini d’Italia” è un manifesto lanciato dal Sermig (Servizio Missionario Giovani) che inizia proprio con quel virgolettato e spiega che se verrà riconosciuta loro la cittadinanza italiana, quei piccoli “ameranno di più la terra dove sono nati” e non cresceranno sentendosi diversi ed esclusi”. “Disinneschiamo un odio che fa male a tutti. Cominciamo dai bambini perché si sentano fratelli e sorelle d’Italia”.
A Torino il Sermig accoglie all’Arsenale della Pace anche tanti bambini che la legge considera stranieri. “Il loro desiderio era che il Papa fosse il primo e unico firmatario tra gli adulti; sarebbe stato la persona più adatta perché il suo insegnamento porta il Vangelo nelle nostre vite e ha grande rispetto per chi non ha la nostra fede” ha spiegato ieri ad Avvenire il fondatore del Sermig Ernesto Olivero.
L’occasione è arrivata a fine gennaio con la visita del cardinale Rodriguez Maradiaga, uno dei collaboratori di Bergoglio. “Non ci conosceva, quando è entrato all’Arsenale lo ha definito un’opera di Dio perché ha una spiritualità che unisce e non divide. Gli ho fatto vedere il manifesto “Bambini d’Italia” e gli ho espresso il desiderio dei nostri bambini che il Papa fosse il primo a firmarlo. Lo avrebbe incontrato e glielo avrebbe sottoposto. Il Papa l’ha firmato subito”.
BAMBINI D’ITALIA
“Tutti i bambini
che nascono e
vanno a scuola in Italia
sono italiani”,
anche se i loro genitori
sono stranieri”.
Questo deve essere riconosciuto.
Così ameranno di più
la terra dove sono nati.
Non cresceranno
sentendosi diversi
ed esclusi
con dentro
un odio sottile
che prima o poi
può esplodere.
Disinneschiamo un odio
che fa male
a tutti.
Cominciamo dai bambini
perché si sentano
fratelli e sorelle d’Italia”.