Roma, 10 novembre 2020 – L’arrivo del vaccino anti Covid in Italia è una luce in fondo al tunnel. La notizia pubblicata ieri sull’efficacia delle sperimentazioni condotte da Pfizer e Biontech hanno risollevato l’umore europeo. L’ipotesi che il vaccino possa arrivare entro la fine dell’anno ha letteralmente acceso l’entusiasmo di tutti. Sappiamo che il vaccino non metterà la parola fine, ma sicuramente aiuterà a controllare una situazione che al momento sembra solamente essere ingestibile. E questo, a oggi, sarebbe già un successo. Ma quando arriverà in Italia? E con quante dosi? Pare che lo scorso 29 ottobre il ministro Speranza e il rappresentato della Pfizer abbiano stretto un patto segreto per mettere il nostro Paese tra i primi della lista…
Vaccino Covid Italia, il patto tra il Ministero e la Pfizer
Come riporta Repubblica, infatti, sembra che alla fine di ottobre alcuni dei massimi rappresentati della Pfizer si siano collegati in video-conferenza con Roberto Speranza. L’obiettivo dell’incontro era solamente uno: pianificare le tempistiche, i dettagli tecnici e logistici di avviamento della vaccinazione anti Coronavirus in Italia. Secondo quanto emerso, si dovrebbe riuscire a somministrare i primi vaccini già entro la fine dell’anno. La previsione, infatti, è che l’Agenzia europea possa vagliare l’ultima fase della sperimentazione e approvare il farmaco tra la fine di dicembre e la prima metà di gennaio. In questo modo, intorno al 20 gennaio circa, il governo potrebbe iniziare a farlo somministrare, dando la precedenza agli operatori sanitari e ai pazienti delle Rsa.
Non sarà un’operazione semplice: servirà l’intervento dell’esercito. Le forze dell’ordine, infatti, collaboreranno al trasporto dei materiali e alla pianificazione della logistica, e il tutto sarà organizzato e monitorato grazie al coordinamento con una commissione istituita dal Ministero della Salute. Per completare questa prima fase, a cui lavora riservatamente una commissione istituita presso il ministero della Salute, occorreranno “alcune settimane”.
3,4 milioni di dosi entro fine gennaio
Si parla di 3,4 milioni di dosi, sufficienti quindi a coprire una platea di circa 1,7 milioni di persone. Quello sperimentato dalla Pfizer, infatti, è un vaccino che necessita di due somministrazioni, per questo i riceventi si dimezzano rispetto alle dosi fornite. Sappiamo che il contratto per la fornitura è europeo, ma Speranza vuole riuscire a stringere il più possibile i tempi. Per questo entro venerdì, insieme al ministro della Salute tedesco, vuole chiudere il contratto sul patto di distribuzione tra gli stati membri. Il che significa accaparrarsi almeno il 13,5% del totale della prima mandata. Appunto, 3,4 milioni di dosi.
Quella contro il coronavirus sarà la più grande operazione di vaccinazione su larga scala della storia dell’umanità. E nonostante questo, probabilmente non sarà sufficiente a sconfiggerlo. O per lo meno, non subito.
Non è un caso, infatti, che in Italia si parli già di un nuovo lockdown, probabilmente in programma dalla prossima settimana. Ma con un vaccino in arrivo, anche la quarantena può avere un sapore diverso. Le persone potrebbero accettarla meglio, e riconoscerla come un sentiero verso la fine del percorso. Se poi si riuscisse a inserire in questo contesto anche il vaccino sperimentato da AstraZeneca, allora i tempi si stringerebbero ancora di più e l’Italia potrebbe vaccinare subito un altro milione e mezzo di cittadini.
Ora, però, ci si chiede dove e come conservare milioni di vaccini, come trasformarli in sicurezza, dove effettuare le iniezioni. E’ quasi del tutto certo che sarà coinvolto anche il commissario all’emergenza Domenica Arcuri. Così come la sanità militare con un delegato del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Sarà proprio l’esercito, infatti, che si occuperà del trasporto e di allestire alcune delle strutture necessarie a somministrare il vaccino.
>> Tutte le notizie di Stranieri In Italia