Roma, 12 novembre 2020 – L’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto sono le Regioni che hanno deciso di inserire delle nuove misure restrittive contro la diffusione del coronavirus. La scelta è arrivata, principalmente, per evitare di dover inserire i territori nella zona arancione. Non ha tardato ad arrivare l’ok del ministro della Salute Roberto Speranza. Vediamo nel dettaglio cosa cambierà a partire da sabato 14 novembre in queste Regioni fino al 3 dicembre.
Coronavirus nuove misure Regioni, le restrizioni in vigore dal 14 novembre
Rimane obbligatorio l’utilizzo della mascherina al di fuori dell’abitazione, sempre. Potranno evitare di indossarla solamente i bambini al di sotto dei 6 anni e chi fa attività sportiva intensa. Questa, infatti, rimane permessa, ma esclusivamente all’interno delle aree verdi o periferiche, e nel rispetto di almeno due metri di distanza. Le attività non sono possibili, infatti, nelle strade e nelle piazze del centro storico delle città, né nelle aree solitamente affollate. All’interno degli esercizi pubblici, sarà consentito entrare solamente una persona per nucleo familiare alla volta, a meno che non ci sia la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di 14 anni.
Nei giorni prefestivi e festivi, poi, “le grandi e medie strutture di vendita, sia con un esercizio unico, sia con più esercizi, comunque collegati, ivi compresi i complessi commerciali, sono chiuse al pubblico, salvo che per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole”. La domenica, invece, tutti i negozi di vendita al dettaglio dovranno rimanere chiusi, tranne le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari
Per quanto riguarda bar e ristoranti, dalle 15 alle 18 è permessa la somministrazione di alimenti e bevande solamente quando i clienti sono seduti al tavolo, sia che esso sia fuori o dentro i locali. E’ vietata poi la consumazione su area pubblica o aperta al pubblico, a meno che non siano seduti in posti regolarmente collocati sia all’interno che all’esterno dei locali. Rimane consentita la consegna a domicilio, che viene fortemente raccomandata. Lo stesso vale per l’asporto, permesso fino alle ore 22.
Coronavirus nuove misure Regioni, stop ai mercati
Si fermano anche i mercati. Questo, però, dipenderà dai Comuni e dai singoli sindaci. Nel caso in cui riesca ad adottare un apposito piano, consegnato ai commerciati, che rispetti determinate regole, infatti, potranno continuare. E’ necessario che si preveda una perimetrazione nel caso di mercati all’aperto, la presenza di un unico varco di accesso separato da quello di uscita. E poi ancora è necessaria la sorveglianza pubblica o privata che verifichi distanze sociali. Il rispetto del divieto di assembramento nonché il controllo dell’accesso dell’area di vendita. Infine, l’applicazione della scheda relativa al commercio al dettaglio su aree pubbliche contenuta nel Dpcm del 3 novembre.
Nelle scuole primarie e secondarie, poi, vengono sospese le lezioni di educazione fisica, di canti e di musica se si utilizzano strumenti a fiato. Per il resto, rimangono valide le misure restrittive nazionali imposte dall’ultimo Dpcm.
Le motivazioni dei governatori
Lo scopo dei governatori delle Regioni è quello di “limitare ulteriormente situazioni a rischio, gli spostamenti e, soprattutto, la concentrazione di persone che si sono visti anche lo scorso fine settimana“. Lo ha dichiarato il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. “Ogni misura presa, a livello nazionale e regionale, è a tutela della collettività. Non ci sono pagelle o colori punitivi e premiali, ma solo lo sforzo del Paese di gestire la crisi ed uscirne definitivamente quando sarà disponibile il vaccino chiesto al Governo”.
Intanto, continua a crescere la polemica riguardo all’ospedale Carderelli di Napoli dopo il video shock che riprende un cadavere abbandonato sul pavimento del bagno del pronto soccorso. “Gli ospedali del sud sono al collasso, serve l’esercito. Erano in difficoltà anche prima del Covid perché sono stati fatti tagli lineari alla sanità per anni, massacrate le strutture ospedaliere. Ora esercito, protezione civile, medici dell’esercito, medici della protezione civile devono andare in rinforzo ai nostri medici, ai nostri infermieri che sono alla stremo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
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